Torna Lolita Lobosco, capo della omicidi di Bari. Ha un nome che evoca passioni proibite, un fisico esplosivo, un’ironia folgorante e un fiuto non comune. Ed è proprio grazie alla al suo fiuto e alla sua testardaggine che riuscirà questa volta a risolvere un intrigo internazionale destinato a colpire le fondamenta del calcio italiano e non solo, mettendo a dura prova anche la sua vita privata. Ci sono personaggi ai quali ci si affeziona, personaggi che ti entrano nel cuore e si conquistano un posticino, per cui aspetti che esca un nuovo libro per vederli tornare. Lolitamia è uno di questi. Un commissario donna in una città problematica come Bari. Una donna che non è la bamboletta giovane e impacciata, al limite del goffo stile Bridjet Jones che tanto pare avere successo, ma una donna che sfiora i quarant’anni, matura e consapevole,nonostante qualche fragilità sul piano privato. Molto molto femminile sempre, sia nel ruolo di autorità e comando che svolge, sia nel privato. Un racconto in prima persona che mischia indagine e vita privata, un linguaggio fresco e leggero, colloquiale, istintivo e naturale, con concessioni al dialetto e un amore per Bari che traspare limpido e chiaro. Come nei libri precedenti grande importanza ha il cibo, che è parte importante della cultura italiana e meridionale in particolare. Cucinare è amore e condivisione e Lolitanostra mette tutta la sua passione anche nei cibi che prepara e giustamente quando l’Amoresuo le presenta una pappetta di melanzane destrutturate proprio non ce la fa a non rimanerci male. Un libro che si gusta, non solo per il personaggio e la storia, ma anche per le ricette alla fine. Una sola preghiera: ridatemi le vecchie copertine!
Gioco pericoloso
cristina aicardi