Con un sequel scatenato, Marilù Oliva fa rivivere in Fuego un quasi incredibile universo bolognese latino americano fatto di salsa e di cicchetti di rhum, indispensabili corroboranti della sua protagonista Elisa Guerra detta la Guerrera, aureolata da una perfetta conoscenza della Divina Commedia.
Le avversità economiche, legate alla necessità di proseguire gli studi e non privarsi del suo mondo notturno di danza, hanno riciclato la Guerrera, pubblicista disoccupata ma aspirante giornalista criminologa, a pony express per consegna pizze di un lungimirante e laborioso pakistano, Atef, suo attuale amabile datore di lavoro.
Il suo unico vero sogno è Fuego, il suo giornalino, la rivista mensile di cultura latina americana che intende lanciare, ma che necessita di laute sovvenzioni pubblicitarie…
Un atteso ritorno della nostra straordinaria Elisa circondata da gran parte dei personaggi che comparivano nelle pagine di Tu la pagheras: la sua inseparabile amica e coinquilina portoricana, Catalina che gestisce un’agenzia matrimoniale, si nutre di magia e legge i tarocchi e gli altri attori della discoteca Lunatica, ribattezzata Mulata, con le loro crudeltà, frivolezze, frustrazioni e ambiguità quali: Adolfo, la Princesa, El Pony, El Tigron…
Un mondo dove la sopraffazione, la violenza e la droga sono la regola, con Adolfo il boss che amministra frodi, crudeltà e punizioni come noccioline.
Ma sul palcoscenico del romanzo fanno la loro comparsa anche un pompiere, un piromane…
L’incendio doloso di quattro scooter, guarniti da una testa di piccione, tra i quali anche quello di Elisa Guerra, suggerisce misteriose simbologie sciamaniche e riporta in scena l’ispettore capo Gabriele Basilica.
Lo scenario si dilata, esibisce un primo delitto misterioso e ancora una volta Basilica chiede l’appoggio del cervello, delle idee e del cuore della Guerrera.
La morte colpisce ancora… La passione ritorna. Cosa farà la nostra eroina?
Ma a questo punto mi fermo e dico: andatevi a leggere il libro!