Uno spaccato di storia italiana. O quantomeno l’interpretazione di una parte della storia italiana. Vissuta attraverso gli occhi nostalgici ma non troppo dell’ingegner Mauro Cavenaghi, ex funzionario del PCI e poi emigrato in Svizzeria insieme alla famiglia prima dell’avvento del PDS su quel restava della sinistra italiana. Una “fuga” professionale, una sorta di esilio intellettuale per non assistere in prima persona alla demolizione di quegli ideali che ne avevano caratterizzato la vita prima di vestire i panni dell’emigrante, ovvero quando Cavenaghi era un membro strategico della sinistra milanese e lombarda in generale con tutto quello che ne poteva conseguire in un periodo storico delicato come quello degli anni Ottanta.
In Freddo al Cuore, Lodovico Testa (Marsilio, 224 pagine) tratteggia un’indagine in bilico tra surrealismo e ipotetica realtà . Siamo a metà anni Novanta quando Paolo Ettorri, ex sindaco di Corsico, viene trovato morto all’interno del depuratore di Peschiera Borromeo. Quello che si presenta quasi da subito come un omicidio, trova nell’ex compagno di partito Alberto Rosci il colpevole ideale: una corrente interna a Palazzo di Giustizia vuole vederci chiaro e fedele a malcelati rapporti con la classe politica coinvolge gli ex compagni di partito che a loro volta fanno rientrare da Lugano il proprio vecchio riferimento in materia di indagini interne alla politica milanese. Per Mauro Cavenaghi il ritorno a Milano non sarà indolore: dovrà in qualche modo proteggere l’amico ingiustamente accusato, dare una giustizia veritiera all’amico ucciso e si troverà a fare i conti con un tessuto politico in cui cambiamenti, despitaggi e travestimenti morali sono sempre all’ordine del giorno. Riuscirà Cavenaghi a portare a termine la sua missione? Per farlo dovrà indagare a fondo, tenere Milano come ideale baricentro della sua scena investigativa che lo porterà anche a Napoli, Roma, Palermo ed Enna prima di riannodare i fili intricatissimi del mistero e svelare la soluzione finale che per lui, convinto membro dell’ex PCI, non sarà priva di dolore e che contribuirà a rendere ancora più saldo il legame con un passato da cui cerca di divincolarsi. “Se torni in Italia il tuo vecchio mondo ti risucchierà ”, le parole profetiche della signora Cavenaghi nelle prime pagine del libro. Parole che sembrano fare da monito per tutto il percorso di Cavenaghi e che di fatto lo accompagneranno anche nell’ultimo, forse definitivo, ritorno a Lugano.
Nel corso delle pagine il lettore non sarà solamente condotto passo passo nelle indagini: riuscirà anche a scoprire qulle lente e inesorabili dinamiche politica degli anni Ottanta che inevitabilmente danno anche il ritmo alla storia: non una storia da leggere a perdifiato rinunciando a preziose ore di sonno, ma un giallo tipicamente politico che deve essere adeguatamente digerito capitolo dopo capitolo non solo per raggiungere insieme al protagonista la soluzione finale, ma anche per riuscire a rivivere parecchi decenni dopo uno spaccato socio-politico che ha fortemente caratterizzato la scena italiana.