Cosangeles un libro di sfigati per sfigati. Spegnete il ghigno che vi è nato sulle labbra, non è quello che state pensando che sia. Nel primo libro di racconti di Paride Leporace ci sono gli eroi del noir e questi sono personaggi che non hanno niente a che vedere con il successo, con la fortuna e con le luci della ribalta.
Per essere un vero attore protagonista dei noir, almeno di quelli veri e non dei gialli camuffati da storia thriller con sembianze di poliziesco, si deve essere sfigati. Si deve essere baciati dalla sfortuna e si deve fare il doppio della fatica di tutti gli altri. Per entrare a pieno titolo in questo genere – molto maltrattato in passato e decisamente imbastardito da molti aspiranti giallisti che non hanno capito la differenza – si deve scavare nel torbido, senza paura di sporcarsi e con nessuna voglia di giudicare. E soprattutto non si deve accontentare il lettore lanciandogli briciole di speranza. Non c’è niente di così aderente alla realtà come il romanzo noir. Nessuna consolazione e nessun abbellimento delle cose, delle persone, delle perversioni e dei vizi, delle bassezze e delle intelligenze criminali e umane.
La prima raccolta di racconti di Paride Leporace è una sua celebrazione della provincia, la sua Cosangeles (Pellegrini Editore, pp. 176). Una provincia che non è quella tanto disprezzata e abusata della cronaca, o almeno lo è solo in parte. Ma non è neanche quella provincia dell’orgoglio cieco del richiamo alle tradizioni e alle origini. È piuttosto la Provincia felliniana.
La Cosangeles è un insieme di immagini, ricordi, di maschere immediatamente riconoscibili eppure senza volto o tempo. I cosangelini sono come Jo Pinter, uno dei protagonisti di questo viaggio tra Via Popilia (CS) e Via Veneto (RM), non sono secondi a nessuno. “Non dei paesani, ma dei provinciali che si emozionano al mondo dei sogni e ne sanno anche far parte”.
Jo racchiude molti mondi, è un’ex insegnante di teatro e attore, fa il croupier per gli ‘ndranghetisti e veste Armani, pur di farlo acquista pezzi di campionario. Lui incarna lo sfigato di successo, quello che vedi alla guida di una Porsche e immagini come uomo di successo, ma che in realtà deve nascondersi dai debitori.
L’altro personaggio che ci mostra Cosangeles e altri volti, altri miti di quella città immaginaria – liberamente ispirata (come scrivono nei film) a Cosenza – è Ciccio Paradiso. Questo carattere nasconde, neanche in modo troppo velato, Leporace. È lui che ci mostra la sua città Itaca. Il periodo del punk, l’arrivo della droga per le vie di una provincia del Sud.
Nell’intrecciarsi delle due visioni di vita di Pinter e di Ciccio troviamo riferimenti musicali, cinematografici e letterari che ci aiutano ad immergerci in questo mondo reale e immaginario, ma credibile.
Ogni capitolo, seppur legato al resto della storia, è un piccolo mondo a sé stante, però se letto come parte di un insieme è la storia di un decennio. Le vicende di Ciccio e di Pintor vanno dagli anni ’70 agli anni ’80, passano dallo stadio con gli ultrà del Cosenza, ai locali e allo sfavillio, dalla cultura felliniana alla ‘ndrangheta di Franco Pino.
Anche nella scelta dello ‘ndranghetista da raccontare si nota come ogni dettaglio, ogni tratto e ogni carattere non siano casuali in questo romanzo. Franco Pino è stato il capo della ‘ndrinda cosentina negli anni ’70, è stato colui che ha dovuto gestire la faida tra le fazioni Perna-Pranno-Vitelli e dall’altra i Pino-Sena, una guerra che ha lasciato 27 morti per le strade della città. Ma Franco Pino è stato anche tra i primi collaboratori di giustizia della ‘ndrangheta.
Le cartoline che Leporace regala con questo suo primo lavoro sono notevoli, sembrano già pronte per passare su pellicole. L’autore ha trovato i nostri nuovi Mostri – intensi come quelli monicelliani –, un’operazione non semplice e che mostra anche un affetto per ogni via, ogni ritratto e per gli ultimi della sua Cosangeles. Attenzione, con ultimi non si intende una categoria minore, gli ultimi sono quelle persone che spesso sono ai margini, che sembrano solo di contorno ad una storia, ma che invece la rendono importante, viva e vera, anche se più cruda.
Cosangeles – Paride Leporace
Eleonora Aragona