Roma, 18 maggio 1555.
Quarto giorno di Conclave per l’elezione di Paolo IV (Gian Pietro Carafa).
Un barcaiolo recupera dalle acque il corpo nudo di una donna. Quando il birro arriva per indagare trova un capannello di gente che si pone molte domande su quanto sia successo, ma la scena non è facilmente decifrabile, per lo meno per il birro, che in quel momento è un po’ annebbiato dal vino.
Nel frattempo Ariel Colorni, ebreo esperto in arti alchemiche, e Raphael Dardo, stanno recuperando un affresco, che rappresenta due ricercati, per salvarlo dalla distruzione.
Vista la loro bravura, vengono incaricati direttamente da Cosimo de’ Medici di recuperare tutte le opere d’arte censurate dall’Inquisizione, perché ritenute blasfeme.
Tra i vari artisti uno prevale su tutti, chiamato l’Anonimo, ritenuto dall’Inquisizione guidato dal diavolo perché i suoi quadri hanno una perfezione troppo realistica.
Raphael approfitta dell’incarico per trovare l’Anonimo, l’unico che può dirgli la verità su suo fratello Leonardo, pittore condannato dall’Inquisizione mentre lui era lontano da Roma.
Iniziano così indagini intrecciate da parte del birro e del Santo Uffizio, che reputano l’Anonimo l’assassino della ragazza, e da parte di Raphael che vuole la verità, ma come sempre le cose sono peggio di quello che sembrano.
Come il suo solito Delizzos riesce a trasportare il lettore nello spazio e nel tempo, facendogli credere, grazie a descrizioni davvero minuziose, di percorrere davvero le strade della Roma del XVI secolo.
Bellissima la caratterizzazione dei personaggi, specialmente di quelli che sembrano marginali, e invece il loro stare nascosti e non dare nell’occhio è quello che li rende davvero protagonisti e importanti per la storia.
Storia molto ben strutturata che sa unire fatti storici e fatti inventati in una trama omogenea e ben amalgamata che attira e coinvolge il lettore.
Un romanzo avvincente scritto con maestria.Un’opera d’arte.
Il collezionista di quadri perduti – Fabio Delizzos
Micol Borzatta