Andy Oakes in pillole

Andy Oakes, nato nel 1952 è stato ospite della manifestazione Grinzane Piemonte Noir a Orta.
Lì è stato intervistato da MilanoNera.
Finora ha scritto due libri, Dragon’s Eye, A Chinese Noir (in italiano Le mille luci di Shanghai pubblicato da Fanucci) che aveva vinto nel 2004 l’ Euroropean Crime and Mystery Award e Citizen One di prossima pubblicazione in Italia come Ankang, sempre per Fanucci.

Non è cosa comune per una persona affetta dalla dislessia riuscire a portare a termine gli studi universitari e diventare uno scrittore affermato. Con grandissima forza di volontà Andy ce l’ha fatta, i suoi libri vengono letti in diverse nazioni di lingua inglese e sono stati tradotti in italiano, spagnolo, francese, tedesco, portoghese e russo.

« Vivo in Inghilterra, a circa mezz’ora da Brighton. Amo il football, la mia squadra del cuore è il Manchester United. Almeno una volta al mese vado a vederla giocare guidando per circa 4 ore.
Come militare, dal 1973 al 1975 ho vissuto e lavorato in Cina, a Shanghai per circa 2 anni.
Ho imparato un po’ di cinese, purtroppo solo poco a causa della mia dislessia.
I miei libri sono ambientati in Cina, nel periodo in cui vi ho vissuto, scrivo della politica e della società di quel tempo. Tutti gli argomenti trattati sono rigorosamente veri, ad esempio in Cina le persone vengono giustiziate per reati minimi, e i corpi servono per il mercato degli organi.
Il noir è un grande veicolo per esplorare la società, i miei libri sono molto politici, trattano dei grandi movimenti politici e di come gli individui siano stati spinti al margine della società.

Ho un rapporto di amore – odio verso la Cina, ne amo la cultura, l’arte il paesaggio e la gente e odio il modo di trattare le donne, il fatto che molte neonate vengano soppresse. Le bambine vengono chiamate « acqua sparsa » , uno dei nomi più comuni è Mei Ming, che significa senza nome.
Ho iniziato a scrivere seriamente dopo il 1985 e quindi ho cercato un editore. Non molta gente ha scritto sulla Cina e sui suoi cambiamenti. La cosa più importante per me sono i diritti umani, non voglio giudicare, presento la situazione com’è e poi sta al lettore stabilire se è giusta o sbagliata.
I miei libri sono controversi, non credo di essere gradito in Cina. I cinesi sono molto gentili con me ma mi hanno fatto capire l’ultima volta che ci sono stato, 5 anni fa che potrei tornare, ma mi seguirebbero e non so se sarei libero di incontrare chi desidero.
In questo periodo sto lavorando al mio terzo libro sulla Cina, il titolo provvisorio è Il sorriso di Mao e tratta delle lotte politiche tra i comunisti conservatori che cercavano di riportare la Cina indietro al periodo della Rivoluzione Culturale. Nel libro vi sono anche altri argomenti, il rapimento di bambini, le esecuzioni capitali, la corruzione, il contrabbando di oggetti antichi e il commercio del caviale.

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere
Avrei voluto scrivere la Bibbia, il vecchio Testamanto con le storie epiche come quella di Davide e Golia.
Nei miei libri sono molto attento a quello che scrivo. Sono molto contento di quello che ho scritto, dello stile con il quale scrivo.

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?
Sono uno scrittore di noir, cerco di esplorare la società con il crimine. Non è importante quanti omicidi ci sono. Scrivo della Cina, della gente della Cina e uso il genere per questo.

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare…
In questo momento non sto leggendo niente. Quando scrivo non leggo altri libri perché io sono come una gazza, ne ruberei il contenuto e lo trasferirei nel mio libro.
Al momento ascolto musica degli anni sessanta: Jimi Hendrix, Bob Dylan, i Beatles, i Pink Floyd, i Led Zeppelin. Sto riscoprendo la musica di quel periodo.
Il film, Mary Poppins di Robert Stevenson.

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Scrivere per me è un’attività secondaria. Lavoro per lo Stato, come psicologo nelle prigioni. Mi occupo di ragazzi dai 14 ai 19 anni, principalmente con gravi problemi di dipendenze dalla droga o dall’alcool. Scrivo molto tardi alla sera, ma dato che tengo sempre con me il mio computer, scrivo anche quando mi viene in mente qualcosa durante il giorno.

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?
Sono dislessico, non sono riuscito a scrivere fino a 16 anni. Mi sono laureato solo verso i 30 anni. Da piccolo ero mancino e mi obbligavano a scrivere con la destra. Ora scrivo con la mano destra ma con un po’ di fatica.
Verso i 40 anni ho frequentato una scuola serale e lì ho potuto vedere l’impatto della mia scrittura su questa classe dove altre persone che volevano scrivere si confrontavano. Per me scrivere è più difficile che per gli altri, ma riesco ugualmente usando il computer.

Dai libri di Andy Oakes non è ancora stato tratto un film.

ambretta sampietro

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