Leggere Ad ogni tuo sguardo dello scrittore e giornalista inglese Leo Benedictus è un’esperienza claustrofobica, poiché si è intrappolati nella mente di una voce narrante che dice di compiere ricerche approfondite sul genere umano, mentre in realtà perseguita in maniera ossessiva gli altri. Un folle progetto, il suo, un esperimento mentale che ha già coinvolto un numero considerevole di donne. “La parola che in tanti userebbero per etichettarmi è stalker, ma etichettarmi spiega ben poco. Direi invece che pratico studi sulla gente. Studiare la gente è quel che faccio, quindi; se una definizione serve, è questa.”
Si precipita nel turbine delle descrizioni che quel protagonista annota, essenzialmente pratiche e anche piuttosto prive di empatia. Perché i pazzi si fissano sui particolari, difficilmente badano a come si sentono le persone. Si tratta di una figura che agisce furtiva in una notte londinese, con rappresentazioni minuziose dell’ambiente così come di tutte le precauzioni adottate per non farsi scovare. Un punto, fra l’altro, che terrà saldo per tutto il libro, perché chi si è introdotto in casa di Frances B. e ne spia ogni singolo movimento, ogni suo sguardo, è talmente disturbato da credere di essere nel giusto.
La donna è a letto e non si accorge di niente, complice la notte ventosa. Non sa che i guai degli ultimi giorni, sul lavoro, sono stati pilotati da questa presenza che la stava tenendo d’occhio. Lo sconosciuto ha annotato tutto, ossessionato com’è da Frances, come non gli era capitato con le altre. Lei è la prediletta, perché in passato ha solo sperimentato ma adesso è pronto. Per questo sente di alzare l’asticella e accetta di rischiare di essere scoperto, pur di starle vicino. Abbandona quindi ogni cautela, seguendola e spiandola. Addirittura, prima della notte fatidica, interagisce con lei, sebbene l’autore sia abile a confondere le acque. In questo romanzo, infatti, niente è come sembra.
In assenza della coinquilina, ora Frances è sola nel suo appartamento. Sta dormendo, mentre lui agisce indisturbato. E qui l’adrenalina sale, perché c’è immedesimazione nell’essere spiati in un atto intimo, che ci rende privi di coscienza ed estremamente fragili.
Il soggetto ignoto ha studiato come procurare sofferenza alla sua vittima, per vederla vacillare. Ma è lì, in casa sua a prendersene cura, con quella tazza di tè che ha preparato poco prima, nella cucina stessa di Frances.
La follia dell’uomo tocca un picco dal quale non c’è ritorno: ha compiuto azioni abominevoli, che Frances non sospetta essere opera sua. Gli appunti diventano minuziosi, gli atti delittuosi sono ritenuti necessari e sparisce della gente intorno alla donna. Fino al capitolo conclusivo, di cui Frances B. diventerà assoluta protagonista.
I deliri dello stalker alternano le pagine narrate da Frances, in cui ella s’illude di avere una quotidianità. Mancano completamente i dialoghi, indicati dalle solite caporali o lineette, perché chi prende appunti, come fa questo soggetto oscuro, scrive in modo diretto e non si ferma di certo alla forma tipica del romanzo. Degli scambi incisivi, che arrivano immediati.
Una storia dissennata, che ricorda quanto ognuno di noi sia esposto alle ossessioni altrui, e apre mondi infiniti sulla capacità di manipolare il prossimo. Un’abilità subdola, così difficile da discernere prima che sia ormai troppo tardi.
Volutamente convulso e nebuloso, Ad ogni tuo sguardo si rivela una lettura angosciante, che saprà coinvolgere chi non ha paura di esplorare una mente malata.