Il quarto noir di Massimo Carlotto e Marco Videtta dedicato alla serie Le Vendicatrici, pubblicato a Novembre da Einaudi nella collana Stile Libero Big, segna anche la conclusione del ciclo dedicato alle vicende, alle vicissitudini ma soprattutto alle vendette di Ksenia, Eva, Sara, Luz e della loro grande famiglia allargata. Il libro di Carlotto e Videtta è senza dubbio un grande romanzo moderno, che rompe gli schemi classici della narrativa di genere e penetra nell’anima del lettore grazie alla sua forza, all’intensità delle parole e delle immagini a cui rimandano. In Solo per amore. Luz più volte viene posto l’accento su quello che si trova dietro i traffici, commerciali e non, legali e non, che mirano solo al profitto, al guadagno e all’arricchimento a ogni costo; gli autori letteralmente sbattono in faccia al lettore il rovescio della medaglia e lo fanno in maniera talmente repentina che nessuno può fingere di non aver ben chiaro che dietro a tutto quel giro di soldi ci sono delle persone, per la gran parte donne, le cui esistenze diventano merce di scambio, prezzate da vive e da morte. La gente non aveva ancora capito come funzionava. Le persone sparivano e diventavano personaggi di trasmissioni televisive specializzate che ne trattavano i casi anno dopo anno. Fornivano informazioni, chiedevano aiuto e sostegno per ritrovarle. Ma non capitava mai, perché l’unica verità da raccontare era che il mondo è pieno di predatori che si alzano la mattina con l’unico scopo di impadronirsi di altri esseri umani. Ci sono voluti anni a Luz per trovare quell’armonia che credeva non avrebbe mai più perduto fino al giorno in cui incontra Mirabel e viene improvvisamente catapultata indietro nel tempo, a una vita che pensava non le appartenesse più come i luoghi ove si era consumata. Prende a cuore la storia della ragazza e deicide di aiutarla come qualcun altro ha fatto con lei, perché è veramente giovane Mirabel, inesperta, incinta e sola. Mai avrebbe potuto immaginare Luz che l’incontro con Mirabel avrebbe fatto da preludio a quello con Wilson e che da quel momento in poi l’equilibro della grande famiglia avrebbe cominciato prima a vacillare poi a rischiare di precipitare nel nulla assoluto se la determinazione di Sara non avesse impedito l’incarcerazione a vita di Ksenia. Mirabel nota in lei un atteggiamento diverso da quello tenuto dalle donne che ancora vivono nel paese da dove ne viene anche Luz, la Colombia, e cerca a suo modo di avvertirla a cosa sta andando incontro. Hai dimenticato molte cose del tuo paese… […] il che è un bene se non hai intenzione di tornarci, ma può essere un male se quelle cose tornano da te. Suggestive anche le figure di Angelica e Felix che fungono da collante al vario susseguirsi di personali vicende, drammi e passioni, che vivono in sordina, di riflesso, ma non per questo senza un loro determinante contributo alla soluzione. Rimane un profondo senso di amarezza al termine della lettura, dovuto alla rabbia per le ingiustizie narrate, per la volontà di cancellarle per sempre o per lo meno, seguendo la linea guida delle protagoniste, vendicarle.
Solo per amore. Luz
Irma Loredana Galgano