Elisabetta Bucciarelli, autrice teatrale e televisiva, sceneggiatrice e saggista, � alla seconda prova come giallista, con questo Dalla parte del torto. Alla seconda apparizione � anche la sua coppia di detective, l’ispettore di polizia Maria Dolores Vergani detta Doris e il fedele Achille Maria Funi, coadiuvata da una strana banda di consulenti senza divisa, il “quartetto che non c’entra”: un pittore, un fotografo, un musicista e una copy.
Questo gruppo di investigatori per venire a capo dei casi criminali mette in campo, oltre alle tecniche d’indagine tradizionali, anche mezzi meno codificati: l’intuito, la capacit� di cogliere l’aspetto emotivo che si nasconde dietro quello che per gli altri sono la scena del crimine o semplici prove scientifiche; il senso estetico.
L’ispettore Vergani � una psicologa sospesa dall’albo per non aver saputo evitare che una sua paziente, che pure ne aveva espresso l’intenzione, uccidesse il suo fidanzato; dopo questo evento � entrata in polizia, un po’ come il Duca Lamberti di Scerbanenco, diventato investigatore dopo la radiazione dall’Ordine (e due anni di galera) per aver applicato l’eutanasia. Le similitudini per� si fermano qui: la Milano di Bucciarelli � quella apparentemente patinata e frenetica del dopo anni ’80 e non quella tutto sommato ancora provinciale delle latterie e delle sciure di Scerbanenco; e la sua scrittura � ricca, un ricercato caleidoscopio di giochi di parole, allitterazioni e invenzioni linguistiche.
La storia, per quello che se ne pu� raccontare senza tradire la sorpresa, � quella di un killer seriale. Una dopo l’altra, giovani donne belle e con qualche angolo segreto nella vita privata, vengono trovate morte, tutte allo stesso modo: selvaggiamente uccise all’arma bianca, i cadaveri lasciati a galleggiare negli specchi d’acqua delle aree verdi di Milano. Le indagini porteranno l’ispettore Vergani e i suoi collaboratori nel mondo nemmeno troppo misterioso del sesso estremo, del feticismo, del bdsm.
Quella di Dalla parte del torto � una lettura coinvolgente e piacevole, nonostante il gioco degli intrecci che, pur essendo tutti solidamente e logicamente legati tra loro, si svolgono in modo autonomo e si riannodano solo nelle ultime pagine; pagine alle quali si arriva d’un fiato, accompagnati da una prosa originale e leggera.