Non entrate in quella casa – Romy Fölck



Romy Fölck
Non entrate in quella casa
Newton Compton
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Frida Paulsen, donna in gamba motivata ma con un nuvola che oscura il suo passato, da tanto tempo ha lasciato il suo paese natale. Dopo essersi fatta onore per anni lavorando come agente per strada, sta frequentando all’Accademia dei corsi superiori in polizia e a trentun anni è a un passo da diventare commissario. Una carriera esemplare la sua. Ma una telefonata con l’angosciata richiesta di aiuto da parte di sua madre interrompe bruscamente il suo progetto. La sera prima suo padre è stato aggredito per strada. Per fortuna la moglie non vedendolo rientrare era andata a cercarlo e, ritrovandolo privo di sensi lungo la strada ha chiamato i soccorsi. Ricoverato subito all’ospedale con il cranio sfondato, ora è in attesa di un difficile intervento. Frida, dimenticando le incomprensioni e i dissapori passati, parte subito per il suo paese, Deichgraben nell’Elbmarsh. Suo padre supera l’intervento, ma è in coma. Le indagini per scoprire chi l’ha ridotto in quelle condizioni vengono affidate a Bjarne Haverkorn, lo stesso commissario impegnato quindici anni prima in un’altra difficile indagine. Ma per Frida ritornare alla fattoria paterna della sua infanzia vuol dire dover affrontare dolorosi ricordi e riaprire vecchie ferite mai sanate. Le stesse che ossessionano ancora Haverkorn per il ricordo di quel tragico caso di allora mai risolto. Di quel cold case che risale a circa diciotto anni prima e che, oltre a piagarlo moralmente, ha quasi fermato la sua carriera. Ḕ ad allora che risale l’ultimo incontro di Frida con Haverkorn perché fu proprio lei a trovare Marit, quattordicenne e sua grande amica, orribilmente assassinata in una stalla. Frida intimorita, ha sempre nascosto qualcosa e ha finito per farsi mandare via dai genitori, lontano, in collegio. L’assassino di Marit non fu mai trovato e l’anziano commissario non si è mai perdonato per non aver saputo fare giustizia. Ma oggi per Frida tornare a casa vuole anche dire riallacciare vecchi rapporti, rivedere vecchi, cari e importanti amici ma e soprattutto dover affrontare la prepotenza di un grosso agricoltore che, con le buone e con le cattive, sta cercando di impadronirsi di tutte le fattorie della zona. E Frida, che è anche un poliziotto, si sente obbligata a offrire appoggio e collaborazione a Haverkorn per individuare il misterioso aggressore di suo padre. Ma le loro indagini finiranno per scoperchiare una pentola che contiene menzogne, omissioni, errori e orrori del passato e riportare alla luce terribili verità. Di follie a lungo covate ed esplose in un sorta di atroci, contorte e liberatorie vendette. Che, se scoperte, saranno in grado di provocare altri crimini fatali. Perché anche l’amore può far molto male e costringere persino gli innocenti a commettere gravissimi sbagli che prima o dopo presentano il conto da pagare, sbagli magari tutelati a torto da un muro di omertà tipico della tradizione patriarcale contadina. Ma perché esistono mostruosi segreti in grado di stravolgere ogni cosa, persino dopo tanti anni? E nondimeno per Frida è arrivato il momento di buttarsi le infantili paure dietro le spalle, parlare e lottare con Haverkorn per far emergere la verità. Certo ci sono rimorsi di cui non si libererà mai ma, se se vuole arrivare a un completo riscatto, bisogna riuscire ad affrontare e vincere i demoni del passato. Colpi di scena sempre al momento giusto e un rude ambiente rurale del nord della Germania al confine con la Polonia, che va dagli anni 90 fino ai giorni nostri, fanno da indovinato sfondo a questo thriller classico di ,Romy Fölck ben calibrato e senza sbavature..

Patrizia Debicke

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