Venezia, 1732. Nella cripta della chiesa di San Zaccaria, ammorbata dalle acque putride della laguna, Marietta, una giovane educanda del convento, ha ritrovato il cadavere di una suora. Assassinata? Sì, certo e si tratta di uno spaventoso delitto reso mostruoso dalle inquietanti modalità con le quali è stato commesso. Qualcuno, infatti, dopo aver legato la giovane vittima, ha infierito su di lei, infilandole un mattone in gola, fino a soffocarla. Quale macabro e disumano significato potrebbe mai avere questa barbara e terrificante messinscena?
L’orrore di un omicidio tanto atroce devasta le alte sfere della Serenissima perché la giovane morta è una Mocenigo, Polissena, una componente della famiglia del doge, ancora in carica ma che da giorni, a causa della sua ormai veneranda età , versa in pessime condizioni di salute. E i suoi probabili successori, peggio di avvoltoi sulle carogne, sono già in cupida attesa, pronti a prendere il suo posto.Â
Ciònonostante, al suo capezzale, per volere del Capitan Grando, verrà convocato Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, noto e fertile innovatore nel campo della pittura, poiché la brutalità di questo nuovo crimine sembra rimandare a cruenti e barbari fatti accaduti tre e sette anni prima. Terribili delitti commessi, si disse allora, da un inafferrabile straniero, tale Olaf Teufel, per i quali proprio il grande pittore era stato coinvolto e aveva dovuto indagare, affiancato dagli amici: l’impresario teatrale irlandese Owen McSwiney, il mercante d’arte britannico Joseph Smith e il dotto medico ebreo veneziano Isaac Liebermann.
Un diabolico nemico, Olaf Teufel di nome e di fatto, probabilmente ungherese, al quale si imputava di essere tra i capi e gli architetti delle tante trame e uccisioni che avevano fatto tremare Venezia e che rocambolescamente era riuscito a sfuggire alla cattura. Sparito nel nulla? Morto? Certo è che da allora i conti sono rimasti in sospeso ma prima di sparire Olaf Teufel aveva promesso morte e ancora morte. Possibile che questa barbara uccisione sia da collegare a quel passato? Possibile che Teufel, più assetato che mai di sangue e brutalità e solo smanioso di seminare il terrore nella laguna, sia tornato da chi sa dove sulla scena veneziana, alla ricerca di una oscena e sadica vendetta? Solo quel tremendo sospetto spingerà il Capitano Grando, ottenuto faticosamente l’avallo ufficiale del doge Alvise Sebastiano Mocenigo quasi morente, a sollecitare l’impegno e l’aiuto di Antonio Canal detto Il Canaletto.
Ma cosa si nasconde veramente dietro quell’omicidio?
Canaletto, costretto a riemergere dalla prostrazione causata dalla lontananza dell’amata Charlotte von der Schulenburg e i suoi tre amici cominceranno a indagare senza trascurare nessuna pista anche tra gli ambienti più altolocati, in cui si celano torbidi intrighi di potere.Â
E quando un secondo cadavere, anche stavolta un membro della famiglia Mocenigo, ucciso come la prima vittima in un osceno ed efferato tripudio di violenza e secondo lo stesso macabro rituale della giovane Polissena, verrà scoperto presso un’altra cripta, quella della chiesa di San Simeon Piccolo, la situazione pare voler precipitare. Anche perché neppure la morte del doge e l’elezione del successore pare in grado di riuscire a fermare quella che ormai appare solo una strage premeditata. E quale possibile significato si deve attribuire a quelle esecuzioni? Forse a qualcosa di legato al passato? Qualcosa da ricercare nei passati poteri che reggevano la laguna? Una vendetta? Ma perché e per cosa mai? Possibile che qualcosa di antico e soprannaturale, animato delle peggiori e terrificanti intenzioni, si stia muovendo subdolamente per le calli veneziane? Altra violenza dunque è in agguato.
Canaletto e i suoi amici dovranno lottare strenuamente non solo per scoprire la verità ma anche e soprattutto per proteggere la propria vita .
In una Serenissima, oscura, misteriosa e sconosciuta, una nuova mortale indagine da affrontare per Canaletto& Company. Molto difficile da dirimere e dove nulla si può dare per scontato o definitivo.
Una città decadente, non più quella gloriosa di un tempo, con la sua autorità in progressivo declino e inesorabilmente avviata verso un inglorioso tramonto.Â
Bella, dettagliata e molto suggestiva la descrizione del corteo dogale per la fastosa cerimonia per l’elezione di Carlo Ruzzini.
Romanzo intrigante in cui Strukul, avvalendosi ancora una volta e alla sua maniera di una trama ben calibrata arricchita da un’abile miscela di thriller storico, romanzo d’avventura, spy story e noir, fa garbatamente interpretare il suo La cripta di Venezia da una nutrita serie di personaggi storici. che ben si amalgamano a quelli di fantasia, indispensabili per la trama. Da apprezzare l’inserimento del celebre poeta e riformatore del melodramma Pietro Metastasio e della mal conosciuta e apprezzata Giulia Lama pittrice e ritrattatista                                                         Â
Note storiche:
All’epoca di questa storia, grazie all’abilità e alla genialità della sua tecnica, Il Canaletto da anni era diventato uno dei pittori più ricercati di Venezia tanto che la sua fama aveva varcato i confini della Repubblica. Le sue opere entrarono infatti a far parte della collezione dei reali del Liechtenstein e di alcuni importanti mercanti d’arte, e Joseph Smith collezionista e diplomatico britannico, convincendolo a trasferirsi a lavorare in Inghilterra per un decennio dove gli aprì le porte dell’aristocrazia britannica, fu decisivo per garantirgli la fortuna economica.
Giulia Lama: figlia di Agostino, allievo di Pietro Della Vecchia e pittore “d’Historia, Battaglie e Paesi”, è nota per essere stata la prima donna a studiare il nudo maschile dal vivo. Mai iscritta alla fraglia dei pittori, visse poveramente e si mantenne facendo la ricamatrice. Poco apprezzata nel settecento perché le si rimproveravano difettosità di disegno e grossolanità nei modi esecutivi, la sua personalità artistica, ricca di chiaroscuri è stata riscoperta, e in buona parte creata, dagli studi novecenteschi di Fiocco, Pallucchini e Ruggeri.