Il Club dei delitti del giovedì Vol. 4
Se volete dilettarvi con tutte le delizie del giallo classico, il nuovo romanzo di Richard Osman le possiede quasi tutte.
Le citazioni agli illustri “predecessori” si sprecano e l’architettura narrativa è di quelle che ti fanno compiacere di essere un lettore di genere.
Il lavoro letterario fa parte della serie che vede protagonisti i pensionati di una casa di riposo del Kent che ogni giovedì si riuniscono per discutere e analizzare i delitti ancora aperti, quelli che dall’altra parte dell’Oceano chiamerebbero cold case ma che siccome siamo nell’Inghilterra rurale vengono ancora definiti casi irrisolti, e lo fanno con una passione e una meticolosità da far invidia agli stessi poliziotti.
Ebbene, il giorno di Santo Stefano gli investigatori provetti scoprono che un pacco arrivato da oltremanica con molta probabilità è stato la causa di morte di un loro amico, una persona vicina al club dei delitti del giovedì, un antiquario trovato senza vita e, forse, con un segreto in più da nascondere.
Ma è davvero possibile che uno “di loro” fosse coinvolto in un pericoloso giro di droga? E perché l’assassino dopo l’anziano antiquario ha continuato a uccidere e a lasciarsi dietro una lunga scia di sangue?
A colpire in particolar modo in L’ultimo diavolo a morire è ancora una volta la determinazione del gruppo del club del giovedì, nonché il loro indomabile coraggio che potrebbe quasi passare per avventatezza o spavalderia ma così non è perché Joyce, Ron, Ibrahim ed Elizabeth prima di finire per essere ospitati in una casa di riposo erano spie, psichiatri, sindacalisti, operatori sanitari abituati a comprendere le azioni e l’animo umano e quella scintilla di mentalità speculativa non l’hanno mai persa. Se a questo si aggiunge che vengono presi “sul serio” anche da due poliziotti che si prodigano in ogni modo per supportarli nelle loro indagini, si comprende che la formula imbastita da Osman per i suoi gialli è tanto semplice quanto efficace: insieme a tutti loro a indagare e scandagliare prove e ipotesi c’è anche il lettore.
E tanto basta.
Lo scopo ultimo del giallo classico è coinvolgere emotivamente chi legge nelle indagini tanto da fargli supporre scenari e risoluzioni, colpevoli e manovratori, misfatti e punizioni. Che tutto questo sia attendibile, vero o verosimile non importa assolutamente nulla.
Si compra un giallo, lo si legge, ci si appassiona e ci si svaga.
Missione compiuta.
Applausi a Osman ma anche alla nostra Roberta Corradin perfettissima traduttrice dei più piccoli modi di dire inglesi.
Un giallo da castagne arrosto, plaid e divano. Cosa chiedere di più?