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Massimo Marcotullio
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Beo Fulminazzi, investigatore privato di professione come annuncia la targhetta sulla porta, è tornato con soddisfazione a vivere a Pavia, sua città natale con la bella e brava compagna Arianna, così più giovane di lui da essere un’amica di suo figlio. Ma la partenza di Arianna per Seattle, per frequentare un master di giornalismo web che dura quattro settimane, l’ha lasciato solo e soprattutto nullafacente. Eh già, perché da più di sei mesi nessuno ha chiesto il suo appoggio professionale. Nessun caso in vista insomma fino a quando, finalmente, una telefonata lo risveglia dal suo noioso letargo operativo. Telefonata foriera di un’indagine non semplice: ritrovare Paolo Alberico,  vero nome che copre quello celebre di Paolo Bellarmino, uomo colto, schivo, solitario e privo di amicizie, misteriosamente scomparso da quattro giorni. Paolo Bellarmino infatti è un famosissimo scrittore, incensato dai lettori di tutto il mondo. Dietro severissime istruzioni della signora Alberico, Beo Fulminazzi dovrà seguire il caso con la massima discrezione, vista e considerata la riservata, o meglio quasi maniacale scelta del marito di scrivere e vivere sotto falsa identità. Nessuno infatti, nonostante il successo ottenuto in tanti anni, salvo il suo agente e sua moglie, conosce il volto di Bellarmino o sa chi sia lui davvero. Ma il segreto dovrà svelarsi per forza : l’Angelo della Morte ha dispiegato le sue nere ali e sotto mentite spoglie di “agnello di morte” è calato su Pavia per elargire ai malvagi e agli iniqui la giusta e terribile punizione.  Apocalisse pavese? Certo è che in città, uno dopo l’altro, si scoprono una serie di spaventosi omicidi: quello di don Meriggi, prete dalla sordida reputazione e pochi giorni dopo il ritrovamento di un cadavere orribilmente bruciato, con accanto sulla scena del crimine il rimasuglio della carta di identità di Paolo Alberico e il suo portatile, roso dalle fiamme. L’incarico di Fulminazzi sarebbe terminato, ma per lui quel caso è diventato ormai un impegno morale che lo spinge ad andare avanti nella ricerca della verità. L’affare puzza: altri omicidi di professionisti pavesi dagli interessi poco chiari ma larghissimi mezzi e faraoniche abitazioni – irrinunciabile la serra di orchidee alla Nero Wolfe dell’immobiliarista Luca Rovelli – seguiranno e a tutte le vittime verranno ritrovate accanto citazioni bibliche tratte dall’Apocalisse di Giovanni. Se si dà credito a quei messaggi di sconvolgente contenuto divinatorio,  potrebbe trattarsi dell’opera di un pericoloso psicopatico, ma i teorici del complotto internazionale invece, capitanati dal nuovo e giovane commissario della polizia Gregucci ,vedono in quella scia di raccapriccianti omicidi una nuova strategia jiadista. Proprio l’uccisione di don Meriggi, infatti, sostenitore di una guerra santa contro l’invasione islamica, ha indirizzato gli inquirenti su quella pista e l’ispettore Peppino Riffaldi, vecchia volpe e amico di Beo Fulminazzi che contesta quella strada a senso unico, viene estromesso dall’indagine. I pochi elementi a disposizione possono alla stesso modo contestare o convalidare le due tesi: killer psicopatico o guerra santa. Beo Fulminazzi, non ha reali certezze ma comunque alcuni particolari gli fanno credere che tutti i casi possano essere connessi in qualche modo. Perché c’è qualcosa di segreto nel passato delle vittime che potrebbe collegarle tra loro? Questa intuizione costringerà il nostro segugio a rischiare la pelle, spingendolo ad andare più a fondo. E non c’è tempo da perdere in questa affannosa  lotta contro lo scorrere dei giorni e contro le lancette dell’orologio che, implacabili, continuano a scandire una macabra sequenza delle esecuzioni. Bisogna fermare questo carosello infernale, dove domina l’illusione che la violenza possa essere giustificata e dove i carnefici potrebbero avere il volto dei buoni e le vittime quello dei malvagi. Una frenetica indagine, insomma, che condurrà i due amici a vagare dalle strade le piazze di Pavia, alle monotone pianure della provincia, fino ai monti dell’alto Oltrepò, in un avventuroso epilogo sottozero, concluso con una spettacolare caccia all’uomo tra le montagne dell’Appennino, durante la peggiore nevicata degli ultimi anni.

 

 

Patrizia Debicke

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