Dopo il successo di Aurora nel buio (vincitore, giusto ricordarlo, del premio Garfagnana in giallo 2017), Barbara Baraldi è tornata nuovamente in libreria, con Osservatore oscuro (sempre con Giunti editore).
Il romanzo è, in pratica, il sequel del primo volume – anch’esso dedicato alla brillante, ma tormentatissima profiler della polizia Aurora Scalviati, sempre alle prese con incubi e angosce ricorrenti, dovuti alle tragedie di cui è stata suo malgrado protagonista – ma vive benissimo di vita propria.
Anche questa volta Aurora dovrà però fare i conti con il proprio passato, muovendosi, spesso osteggiata da alcuni superiori che non hanno ancora vinto la loro iniziale diffidenza nei suoi confronti, fra spietati e loschi naziskin, esponenti del crimine organizzato, sanguinari vendicatori e miti nordici tornati tragicamente di attualità.
A darle una mano, in vario modo, i componenti della vecchia “squadra”, il timido hacker Tom Carelli, l’ex forestale ora carabiniera Silvia Sassi, il suo vecchio mentore Isaak Stoner e soprattutto il collega Bruno Colasanti, da sempre innamorato di lei.
La storia è dura, le vicende sono intricate e complesse, le pagine costellate di morti ammazzati e colpi di scena, ma la Baraldi, da scrittrice di rango, riesce benissimo a reggere le fila del romanzo, che si dipana in modo logico e convincente, sciogliendo via via anche alcune apparenti contraddizioni iniziali.
Altissima la suspense già a partire dalle prime pagine e accurata, forse ancor più che nel primo volume, l’introspezione psicologica.
Bellissimo thriller, a tratti anche commovente, che si sviluppa sempre fra realtà e sogno, conscio e inconscio, al termine del quale (forse) Aurora riuscirà a fare i conti con il proprio vissuto e a riappacificarsi, almeno parzialmente, con se stessa e la vita di tutti i giorni.
Avevo altamente raccomandato Aurora nel buio… non posso che rinnovare, ancora più convinto, il consiglio per Osservatore Oscuro. Buona lettura!
Osservatore oscuro
Gian Luca Antonio Lamborizio