Nostalgia del sangue è il nuovo thriller della Giunti che sfida il lettore a risolvere due misteri.
Oltre ovviamente a dover scoprire chi è il sadico assassino che uccide imitando Vincenzo Verzeni, il primo serial killer italiano, bisogna cercare di capire chi si nasconde dietro il nom de plume dell’autore. Sì, perché Dario Correnti è lo pseudonimo di due scrittori, probabilmente un uomo e una donna, che pare si cimentino per la prima volta con un thriller, o almeno così hanno dichiarato.
Se prendiamo per buona la trama come luogo di ricerca di indizi per coprire l’identità degli autori, lui potrebbe essere un giornalista, non più giovanissimo, che ha a lungo lavorato nella cronaca nera in Lombardia. Ovviamente questa è l’ipotesi più semplice, dato che il protagonista, Besana, è un vecchio segugio di nera, uno con il fiuto per la notizia e la dote per le inchieste portate avanti alla vecchia maniera, con lunghe e faticose ricerche sul campo,ricerche che non prevedono pause o vacanze, nemmeno per il viaggio di nozze.
Un uomo che ha sacrificato anche la vita privata alle notizie, un pezzo di storia di un tipo di giornalismo che sta scomparendo e che ora si ritrova a un passo dal prepensionamento e per questo è già colto dalla nostalgia per il suo lavoro, dalla “ nostalgia del sangue”, appunto.
Lei , Ilaria Piatti, detta Piattola, è una stagista ormai alla fine del suo periodo al giornale. Se dovessi cercare indizi sull’identità dell’autrice partendo dal personaggio di Ilaria, direi che l’autrice ama o ha frequentato in qualche modo il genere rosa, un po’ più leggero e ironico. Ilaria viene inizialmente presentata come una ragazza, un po’ fuori dal mondo, goffa e apparentemente inadatta al ruolo che vorrebbe ricoprire. Si ha un po’ la sensazione di una My fair lady presa sotto l’ala protettrice del suo Pigmalione, che la saprà far crescere e ne valorizzerà le doti.
Ilaria ha un passato particolare e doloroso e la sua storia personale influisce sul suo lavoro. Cerca di sentirsi una giornalista di cronaca nera, ma fatica a dimenticare di essere stata anni prima vittima dei reporter alla ricerca di notizie ad ogni costo.
Gli efferati omicidi su cui devono indagare sembrano ricalcare quelli del primo serial killer italiano, Vincenzo Verzeni studiato anche da Lombroso. Ora come allora lo scenario dei delitti del Vampiro di Bottanuco è un paesino della bergamasca. Basta questa ambientazione per dire che i due autori sono dei paraggi o frequentano la zona?
Forse, ma è anche vero che oggi con Google Maps puoi fingere di camminare nelle vie di Nuova Dehli stando comodamente a casa tua.
Le atmosfere di quei paesi sono in ogni caso rese con realismo e in modo abbastanza critico, con riflessioni su come quella che viene definita riservatezza sia decisamente assimilabile all’omertà.
La provincia con il suo culto del sospetto e la sua reticenza sembra ormai essere diventata lo scenario preferito per le ambientazioni thriller e noir.
Alcuni passaggi di Nostalgia del sangue richiamano dettagli di recenti casi di cronaca proprio di quella zona, come il recupero del DNA di un sospetto grazie a un finto posto di blocco per il controllo del tasso alcolemico.
C’è un punto nel libro con una scena che ha qualcosa di soprannaturale: solo poche righe alla fine di un capitolo, che mi avevano fatto pensare a Barbara Baraldi, ma la dichiarazione degli autori di essere al primo thriller, mi ha fatto poi escludere questa possibilità.
Quello che è certo è che il fantomatico Dario Correnti alla sua prima prova è riuscito a confezionare un thriller che seppur con qualche pecca di leggerezza di trama, qualche facilità eccessiva e forse persino improbabile nel recupero degli indizi, riesce a essere coinvolgente e a non annoiare, offrendo anche spunti di riflessione sul cambiamento del giornalismo, ormai sempre più show televisivo, sulle neuroscienze e sulla loro applicazione nei procedimenti penali, , riportando anche atti del processo a Verzeni e gli studi del Lombroso.
Pare che Nostalgia del sangue abbia già ottenuto consensi anche all’estero.
E c’è poi un terzo mistero che attende il lettore: i due autori prima o poi si sveleranno o avremo un’altra Elena Ferrante?
Nostalgia del sangue e i suoi misteri
Cristina Aicardi