Day



A.L. Kennedy
Day
minimum fax
Compralo su Compralo su Amazon

La guerra. Morte, dolore, distruzione, la follia dell’uomo contro un altro uomo.
La guerra che divide, fratelli e sorelle, padri e figli. Eppure, paradossalmente, la guerra può anche significare amicizia, quella vera tra compagni pronti a dare la propria vita gli uni per gli altri.
E può anche, perchè no, significare amore, un amore così giusto e così sbagliato, nato tra le bombe come una rosa tra il cemento.
La guerra è stata tutto questo per Alfred Francis Day, mitragliere della RAF, appena 25 anni sulla carta d’identità, ma dall’anima già vecchia. Per lui, che durante il secondo conflitto mondiale ha trovato la famiglia che non ha mai avuto, la pace è soprattutto lo smarrimento di qualcuno che ha provato, solo per un attimo, cosa significhi non essere soli.
Così Alfred decide di tornare in uno di quei campi in cui era stato prigioniero, come comparsa in un film che rievoca gli anni che tanto hanno segnato, nel bene e nel male la sua vita.
Per illudersi che quei luoghi, con i suoi odori e le sue sensazioni, possano farlo tornare a quel tempo in cui la sopravvivenza non era solo un istinto, ma un vero e proprio obiettivo che dava un senso alla sua esistenza.
Per dire addio alla sua squadra, l’unica vera famiglia che abbia mai avuto, e a Joyce, la sua amata conosciuta sotto i bombardamenti di Londra.

Una storia triste ma intensissima, scritta con uno stile tale da farti entrare nella testa del protagonista, che parla sì di guerra, ma soprattutto di umanità, di amore, della continua ricerca di una felicità che a volte può essere anche solo consapevolezza di essere vivo e speranza in un giorno in più.
Sentimenti semplici che purtroppo, o per fortuna, la mia generazione, abituata a un benessere troppo spesso superfluo, non ha mai vissuto, ma che storie come questa aiutano ad apprezzare.

Davide Schito

Potrebbero interessarti anche...