Inutile ripeterlo: il teatro classico, agli antichi greci, parlava di contemporaneit. Di problemi del tutto attuali per gli spettatori. Per questo, oggi, c un teatro che, nonostante qualche imperfezione formale, mi interessa di pi.
Quello cosiddetto di parola o di narrazione. In pratica quello che denuncia vizi e problemi del nostro tempo. Per questo mi sento di consigliarvi vivamente gli spettacoli di Ulderico Pesce. Pesce ha un curriculum lungo e importante alle spalle. Ma non perfetto. E non ha nemmeno una gran presenza scenica. spampanato e in disordine proprio come i lavoratori e i contadini lucani di cui parla. Ma racconta, appunto, vicende bellissime e scottanti. Non perdetevi, per esempio, Storie di scorie (le informazioni e i video sul suo sito: www.uldericopesce.com), su dove vanno a finire le scorie nucleari che, nonostante le apparenze, abbondano sul territorio italiano (la prossima volta che comprate le fragole, per esempio, pensateci). Fino all8 al Teatro Cassia di Roma.
C per un altro spettacolo che mi interessa ricordare: Linnaffiatore del cervello di Passannante. La vicenda: Giovanni Passannante, figlio di contadini lucani analfabeti, aveva imparato a fare il cuoco nellosteria Croce di Savoia di Potenza. Si trasfer a Napoli e, nel 1878, con un coltellino da frutta, si gett nella carrozza di re Umberto I di Savoia, aggredendolo. Con quella lama sarebbe stato impossibile ucciderlo: gli fece solo un graffio, ma venne torturato, poi condannato a morte. La pena fu convertita in ergastolo. Intanto sua madre e i fratelli furono internati in un manicomio e il suo paese natale fu ribattezzato da Salvia a Savoia di Lucania.
Passannante fu quindi rinchiuso in una torre sullisola dElba, in una cella buia, sotto il livello del mare. Si ammal, cominci a cibarsi dei propri escrementi. Anni dopo fu trasferito, in seguito alla denuncia della giornalista e grande femminista Anna Maria Mozzoni e dellonorevole Agostino Bertani, in un manicomio criminale dove mor nel 1910. Il suo cranio e il suo cervello furono poi esposti al Museo di criminologia di Roma, da dove sono usciti (per ricevere sepoltura) solo nel 2007, grazie a una serie di petizioni, tra le quali la raccolta di firme organizzata dallo stesso Ulderico Pesce.
WW se ne occupa non soltanto, ovviamente, perch la sua vicenda ha indignato la Mozzoni. Ma perch in tempi di revisionismi pi o meno idioti, sempre il caso di ricordare i danni provocati dalla dinastia Savoia. E la sua incompatibilit con la moderna democrazia.