“Quando il cadavere di Camilla Mantovan viene scaricato tra i rifiuti, a pochi passi dall’ edificio dove Vivian Deacon trascorre i suoi giorni e le sue notti, questa donna dal passato ingombrante e dal presente solitario sente che la macabra coincidenza potrebbe rappresentare la sua occasione di riscatto. Rimanendo nell’ombra che l’ha protetta negli ultimi quarant’anni, la sua strana figura – lontana anni luce dai canoni del detective tradizionale -, si troverà a trasformare le proprie fragilità in un’insolita strategia di indagine. Tra i misteriosi vicoli di Ferrara e le metafisiche campagne del Polesine prende così vita una trama ricca di sfumature e sorprendenti colpi di scena che dalle sale di un coloratissimo centro sociale, covo di nostalgici partigiani e giovani idealisti, trascinerà la protagonista in uno spietato gioco fatto di maschere e teatri, inganni e intimidazioni, violenze e ingenuità. Mentre la polizia e la stampa hanno già identificato il loro colpevole, Vivian Deacon userà il suo intuito e il suo particolare punto di vista per trovare il vero assassino, scoprendo che il male si annida proprio negli spazi più confortevoli e sicuri della nostra quotidianità.”.
Uscito recentemente in libreria, Uno sbaffo di cipria (Edicola Ediciones), il nuovo romanzo di Marco Belli, è un giallo molto garbato, vagamente “old style” e un po’ atipico; le indagini vengono infatti qui seguite in prima persona non da un brillante poliziotto o da un valente ufficiale dei carabinieri, ma da una homeless dotata di grande cultura, molto buon senso e anche un po’ di incoscienza, che seguirà il suo fiuto anche a costo di rischiare la vita, come si vedrà nel sorprendente finale.
Altra nota atipica, qui i “buoni” stanno dove il lettore non si aspetterebbe (forse) di trovarli, e i cattivi invece dove di solito stanno quegli altri…
Insomma, una storia curiosa, tutta da leggere e assaporare, affezionandosi ai protagonisti e ai casi di “varia umanità”, gustandosi i profumi di una “provincia” in cui spesso albergano segreti e misteri e quelli della campagna (il Polesine) dove si svolge parte della narrazione. Senza dimenticare che il male può albergare ovunque, forse dove meno ce lo si aspetta.
Originale, ben scritto, intrigante.