La rabbia delle donne è una cosa disdicevole, non è da signora. Così hanno educato nei secoli, le donne devono essere sottomesse, silenziose, adeguarsi ai voleri di chi comanda, non trascendere, non abbandonarsi a emozioni distruttive.
Invece le donne hanno il diritto alla rabbia: è un fuoco che può portare energia creativa, energia di cambiamento, è potere che può condurre all’autodeterminazione.
Ma se si supera il limite, invece di portare una trasformazione può diventare mortale, distruttiva e condurre all’annientamento.
Se non fosse per il prologo che ci mette sulla strada del thriller, il libro comincia come un romanzo rosa: Ellie è una studentessa della New York University, bella, ingenua, innamorata di Steven, un professore di letteratura, uomo affascinante, con molti anni più di lei, tombeur de femme soprattutto se adolescenti. Ellie si è trasformata nel tipo di donna che piace a lui, fa di tutto per affascinarlo, anche perché Steven è abituato a donne che non hanno una propria personalità e che si piegano al suo volere. Con conseguenze drammatiche.
Hanno organizzato un week end romantico in una casa isolata, senza collegamenti telefonici o wi-fi in un posto veramente adatto alla fuga d’amore, la baia di Chesapeake, tra il Maryland e la Virginia. Bloccati da una furiosa tempesta di neve si trovano completamente fuori dal mondo. Questo può essere eccitante, oppure…
C’è qualcosa di strano, i due nascondono qualcosa di inquietante. Tutti hanno segreti. E la storia si ribalta, si trasforma in qualcosa che ricorda, almeno in parte La guerra dei Roses.
“Sarà la casa a spiegare l’accaduto“
Lo spoiler è in agguato: dirò solo che è un thriller mozzafiato, inquietante e feroce, sconvolgente per la profondità dei temi psicologici trattati, per l’abilità della scrittrice di mantenere la tensione alta per oltre trecento pagine fino a chiudere con un finale sorprendente. Complimenti a Laure Van Rensburg che ha saputo, al suo esordio, scrivere un romanzo così completo e ben fatto!
