Una sconosciuta. La donna che visse due volte
Un incidente stradale nel cuore della notte, un giovane egiziano che perde la vita e una donna che entra in coma. Quando si risveglierà per riannodare i fili del proprio passato occorerranno mesi, ma soprattutto un lungo lavoro di rielaborazione di se stessa e Carmen, la protagonista del romanzo, si ritroverà a vivere due volte la propria vita, due vite in una sola esistenza.
Questo in sintesi il tema dell’ultimo romanzo di Lucia Tilde Ingrosso, “Una sconosciuta” (Baldini + Castoldi). Un bel libro, va detto subito per evitare ogni fraintendimento. Un libro in cui i personaggi e soprattutto Carmen, un’insegnante sposata con figli, vengono messi a fuoco con intensità e vigore, in cui la storia “gialla” non oscura questa figura femminile che, per ritrovare il bandolo della propria esistenza, deve soprattutto ritrovare la memoria di se stessa, il proprio passato, che svela e rivela la doppia personalità della protagonista. Accanto a una famiglia apparentemente inappuntabile vive un’altra Carmen, con un marito, Gianluca, che sembra non essere in grado di capire fino in fondo la propria moglie e un poliziotto, Vanni Campisi, che non si dà pace perché, a suo dire, questa donna ricca di fascino in una notte in cui doveva recarsi alla scuola di ballo, non ha avuto un incidente, ma qualcuno ha cercato di ucciderla. E attorno alle domande della protagonista e di questo maresciallo, vengono fuori verità scomode, ma soprattutto la doppia personalità di Carmen che non è solo madre attenta e dedita a marito e figli, ma anche una donna sensuale cui basta un niente per fare sesso nei letti sbagliati con gli uomini che incontra.
Il romanzo ruota dunque attorno a questo doppio binario, a una donna che non è come appare e che si ritrova ad essere sempre più diversa diversa via via che acquista la memoria. Il tutto in un ambiente provinciale (una piccola città del centro Italia), spesso chiuso e pettegolo, dove la protagonista fatica a riconoscersi e a ritrovarsi. Un romanzo azzeccato, dicevamo, ben scritto e senza dubbio di ottimo impatto. La storia cattura, prende e coinvolge. La figura di Carmen è stagliata in modo esemplare. Il ritmo della narrazione tiene sempre il passo e Lucia Tilde Ingrosso dà prova di maturità, sfornando un ottimo lavoro nel quale riesce a maneggiare con bravura i misteri che il romanzo contiene, le vite sbagliate e quelle apparenti, i sospetti e la paura, il bene e il male.
Tutto ruota a favore del lettore e l’incidente d’auto rappresenta lo spunto per andare in profondità, per scrivere una storia ricca di colpi di scena. Non staremo a dirvi come si evolvono i fatti e le situazioni, siamo però a confermarvi che la Ingrosso ha scritto un ottimo romanzo. Ergo, buona lettura e andate di passaparola, anche così si diffondono i bei libri come “Una sconosciuta”.