Una passeggiata storica in noir

Una passeggiata storica noir in compagnia di: Susana Fortes nel suo Il cammino del penitente con il Liber Apologeticus del suo vescovo Priscilliano e Luca Filippi nel suo Sangue giudeo, medical thriller con i Borgia e Caterina Sforza

Il cammino del penitente di Susana Fortes, Nord

Affascinante questa nordica Santiago gelida e piovosa protagonista indiscussa del romanzo e descritta magistralmente da Susana Fortes, con la sua cattedrale, le sue strade e le sue piazze. Ci immergiamo a capofitto in una città abbastanza grande e incasinata da farci dimenticare che è forse il luogo di pellegrinaggio più antico e celebre al mondo, ma pellegrinaggio per rendere onore a chi?

A San Giacomo o a Priscilliano il vescovo condannato come eretico e giustiziato dalla bigotta chiesa di allora? E proprio il Liber Apologeticus di Priscilliano, prestato alla biblioteca dell’università dall’archivio della diocesi e rubato fa la parte del leone in questo ampio e bel romanzo di Susana Fortes.

Il diavolo si è fatto largo approfittando di una cupa atmosfera domenicale di febbraio per entrare nella cattedrale. Una ragazza giovanissima, Patricia Palmer, una studentessa di filosofia è stata uccisa. Un colpo violentissimo all’addome le ha spappolato la milza. Il cadavere è stato rinvenuto dal decano, padre Barcia, un ometto che pratica e vive gli ultimi sprazzi di una religiosità ai limiti del fanatismo.

Ma la morta ha le scarpe al contrario, che il maligno ci abbia messo lo zampino?

Il commissario Lois Castro e il dottor Arias sono davanti a una situazione fuori dagli schemi. Il giornalista Villamil un veterano del quotidiano locale Heraldo Gallego con la passione per le cravatte stravaganti ha preso sotto le sue ali Laura Marquez una giovane leva, una borsista in gamba appena arrivata, che si sfoga nel tempo libero tirando di scherma e vorrebbe dimenticare qualcosa.

Tutto appare nebuloso, ma ben presto l’indagine da parte del poliziotto si concentra su possibili legami con il movimento verde del quale la ragazza era un’esponente, una novella Erin Brokowitz tanto per spiegarsi con indagine e guerra a una potente multinazionale locale, la Ferticeltia, accusata di inquinamento ambientale mentre i giornalisti seguono la pista del libro rubato.

Ma ci sono altri protagonisti di spicco: un docente di filosofia certo Fidel Dalmau plagiatore che ha raggirato la povera Palmer per suoi scopi. Un fidanzato della ragazza che come lei voleva salvare il mondo dalla contaminazione. Il ricco giovane e bel diacono Santa Olalla, membro del clan della Ferticeltia con i suoi intrallazzi internazionali.

La testardaggine di Laura, quasi fosse in cerca di riscatto, la spinge a infilarsi nelle fauci del lupo…

Ma l’ora del giudizio, scatenato forse dalla profanazione della cattedrale, sta per suonare, anche se soluzione lascia un po’ l’amaro in bocca ma tant’è.

Sangue giudeo di Luca Filippi, Leone Editore

Mi piace definire questo romanzo di Luca Filippi (non il corridore automobilistico ma il dottore che scrive) un accurato giallo storico, arricchito da un’interessante versione medico legale, thriller. Con il suo Sangue giudeo l’autore (un vero esperto del ramo per quanto fa nella vita di tutti i giorni) ci ripropone il suo collega rinascimentale, Tiberio da Castro, coinvolto in un’indagine sulla spaventosa uccisione di una ragazza ebrea sul cui corpo l’assassino ha inciso una misteriosa XP, che sta per Christos in greco. Ma gli ebrei di Roma, in quanto fonte tributaria della ventesima, stanno molto a cuore al papa Borgia e soprattutto al figlio Cesare il Valentino che deve finanziare le sue guerre di conquista italiane. E proprio il Valentino, che spadroneggia su Roma e tiene in pugno Tiberio da Castro e per una vecchia faida l’ha costretto a una vita grama e di compromessi, gli ha dato l’ordine di scoprire il colpevole e risolvere il caso.

Ma non da solo, pare. Stavolta Luca Filippi regala al suo baldo protagonista una spalla per le indagini e quale spalla: la Leonessa, ovverosia la bella e famosa contessa Caterina Sforza (vedova Riario, vedova Feo e vedova Medici), che proprio Cesare Borgia ha condotto prigioniera a Roma. Caterina Sforza, figlia di Galeazzo e nipote del grande Lodovico il Moro, la maestra di ricette di cosmetica, di incanti e di alchimia, gli darà aiuto e gli svelerà che l’arma del delitto è l’arsenico ma, meditando la fuga, lo trascinerà con la magia della sua persona nella spirale mortalmente pericolosa di un complotto.

E l’oscuro uccisore di ebrei a Roma colpisce ancora implacabile, semina altri cadaveri e coinvolge il lettore in una sarabanda di fatti, duelli e colpi di scena prima della conclusione tutt’altro che scontata.

Scorrevole, storicamente valido, ambientazione calibrata e senza sbavature con un buon pizzico d’avventura, tanto da rendere la pietanza più saporita.

Mi piace definire questo romanzo di Luca Filippi (non il corridore automobilistico ma il dottore che scrive) un accurato giallo storico, arricchito da un’interessante versione medico legale, thriller. Con il suo Sangue giudeo l’autore (un vero esperto del ramo per quanto fa nella vita di tutti i giorni) ci ripropone il suo collega rinascimentale, Tiberio da Castro, coinvolto in un’indagine sulla spaventosa uccisione di una ragazza ebrea sul cui corpo l’assassino ha inciso una misteriosa XP, che sta per Christos in greco. Ma gli ebrei di Roma, in quanto fonte tributaria della ventesima, stanno molto a cuore al papa Borgia e soprattutto al figlio Cesare il Valentino che deve finanziare le sue guerre di conquista italiane. E proprio il Valentino, che spadroneggia su Roma e tiene in pugno Tiberio da Castro e per una vecchia faida l’ha costretto a una vita grama e di compromessi, gli ha dato l’ordine di scoprire il colpevole e risolvere il caso.

Ma non da solo, pare. Stavolta Luca Filippi regala al suo baldo protagonista una spalla per le indagini e quale spalla: la Leonessa, ovverosia la bella e famosa contessa Caterina Sforza (vedova Riario, vedova Feo e vedova Medici), che proprio Cesare Borgia ha condotto prigioniera a Roma. Caterina Sforza, figlia di Galeazzo e nipote del grande Lodovico il Moro, la maestra di ricette di cosmetica, di incanti e di alchimia, gli darà aiuto e gli svelerà che l’arma del delitto è l’arsenico ma, meditando la fuga, lo trascinerà con la magia della sua persona nella spirale mortalmente pericolosa di un complotto.

E l’oscuro uccisore di ebrei a Roma colpisce ancora implacabile, semina altri cadaveri e coinvolge il lettore in una sarabanda di fatti, duelli e colpi di scena prima della conclusione tutt’altro che scontata.

Scorrevole, storicamente valido, ambientazione calibrata e senza sbavature con un buon pizzico d’avventura, tanto da rendere la pietanza più saporita.

patrizia debicke

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