Il ritorno era annunciato e infatti i fratelli Corsaro, Roberto, il maggiore, avvocato in perenne crisi esistenziale e Fabrizio, il minore, cronista di nera, ancora sotto choc per la jella che lo ha visto finire in carcere accusato di assassinio, in Insoliti sospetti, risalgono sulle scene per Una famiglia diabolica e si dividono equamente il ruolo di voce narrante e protagonista.
Un approccio alla trama: l’avvocato Roberto Corsaro per fare un favore a Valeria, socia di studio e vera grande amica, accetta la sua procura e accompagna in macchina la sorella Greta a Sperlinga, per incassare parte dell’eredità della zia Fifì, una zitella ultraottantenne, morta all’improvviso. A Sperlinga però si trova scaraventato faccia a faccia con un numeroso ed eterogeneo gruppo di eredi, che non fanno che punzecchiarsi velenosamente. Si respira un’aria pesante, ammorbata più che dalle parole dette, da quelle taciute. I presenti si sfidano vicendevolmente scambiandosi occhiate assassine, sibilando frasi velenose che rivelano una serie di vecchi conti in sospeso che volano in aria. Insomma in perfetta sintonia con il titolo dalla storia.
Ciò nondimeno il primo giorno in banca la faccenda procede senza intoppi, ma ohimé durante la notte successiva, prima di potersi recare alla posta e prelevare il resto, la pensione dove sono alloggiati tutti i componenti della famiglia, intorno alla mezzanotte, è teatro di un omicidio. E la mattina dopo una vecchia zia dalla lingua lunga e affilata viene ritrovata nella sua stanza con la testa spaccata da un cassetto della scrivania. Per fortuna Roberto ha un alibi a prova di bomba.
Il delitto fa rumore, le voci arrivano fino a Palermo, si muovono anche i falchi dei telegiornali nazionali e Fabrizio Corsaro, nonostante si consideri ancora mentalmente fuori dai giochi, viene ripescato dall’amico direttore di giornale e inviato nel paesino per scrivere un bel pezzo su quanto accaduto.
I carabinieri indagano puntigliosamente, interrogando tutti gli ospiti della pensione, però , visto che il mistero non si scioglie, dalla sua nuova postazione di Enna dovrà intervenire, per dare una mano, persino il vice-questore Fisichella….
L’unione fa la forza? Forse. E anche i due fratelli Corsaro, con Roberto che assume i panni e i compiti di investigatore capo, si troveranno coinvolti in una indagine complessa e farraginosa.
Il gioco si fa pesante. Il movente dell’omicidio va forse ricercato tra gli scheletri negli armadi di una antica e crudele faida familiare? O c’è altro de mettere sul tavolo?
Con Una famiglia diabolica Salvo Toscano si è divertito a comporre un classico giallo siciliano in pura salsa anglosassone dal ritmo veloce, spiritoso e gradevole quanto basta, tanto che potrebbe essere stato partorito dalla fertile penna di Agatha Christie, e porta una ventata di fresco nelle mie amare giornate fatte di letture terrorizzanti. E francamente ogni tanto mi fa bene cambiare..
Perché, dribblando con garbo fra qualche bicchiere di troppo che fa girare la testa, diversioni che portano fuori strada, azzardose e sfortunate scappatelle sentimentali, il nostro autore fa l’occhiolino alle avventure di Hercule Poirot.
A Salvo Toscano, grazie di averci presentato le “grazie” di Sperlinga, regale dimora rupestre nel cuore della Sicilia scavata in una gigantesca mole d’arenaria. Un borgo straordinario, abbarbicato tra i Nebrodi e le Madonie, con il suo fascino medievale del castello normanno, le sue grotte artificiali, le sue chiese e di averne fatto uno splendido e reale palcoscenico per la sua storia. Alla prossima.