Un solo uomo al potere – La saga dei Borgia – Alex Connor



Alex Connor
Un solo uomo al potere
Newton Compton
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Secondo capitolo della Saga dei Borgia di Alex Connor.  Nel 1492 Rodrigo Borgia, nipote da parte di madre di Calisto III il primo papa della famiglia,  si è comprato il papato muovendo abilmente le sue pedine con denaro, promesse e favori. Poi l’ascesa al trono pontificale e il potere assoluto, totale, smisurato, senza freni. Senza mai  accettare suggerimenti, compromessi, solo convinto della sua capacità di superare ogni ostacolo. Politico consumato, sicuro della bontà del suo giudizio, sordo a ogni possibile preghiera, sempre e solo intestardito nelle sua scelte. Ma  il suo smisurato ego che lo porterà a fare errori di valutazione e a sbagliare i suoi calcoli, finirà con mettere a rischio tutto il cabalistico castello su cui si  basava  il suo pontificato.
Deciso infatti, appoggiandosi sulla famiglia e pochi ma fedelissimi alleati, a costruire una dinastia e a imporla nella penisola, rischierà il tutto per tutto .dando il via a un carosello  di giochi politici, alleanze, con i figli usati come scambio in matrimoni di stato, a partire da  Juan, il secondogenito avuto da Vannozza Cattanei, spedito in Spagna e nel ducato di Gandia  a sostituire nel letto e nel titolo Maria Enriquez de Luna, cugina prima di re Ferdinando, il fratellastro  Pedro Louis il primogenito del cardinale Borgia, quello nato nel 1460  e morto nel 1491, figlio di madre ignota  e dal 1983, tutore di Juan. Non dimentichiamo infatti che fu l’esistenza di Pedro Louis  a rendere Cesare alla sua nascita nel 1475, il secondogenito di Rodrigo Borgia e in un certo senso a indirizzare il suo  destino. E forse quello dei Borgia?  Ma allora quella  di una carriera religiosa era solo una scelta per la sua diciamo posizione dinastica. Cesare  infatti, pur ammaestrato nelle armi come ogni giovane di grande famiglia di quell’epoca, venne  avviato a studi di matrice teologica, dopo essere stato nominato a sette anni canonico della cattedrale di Valenza, arcidiacono di Játiva e rettore di Gandia. A nove anni (1484) ottenne nuove cariche, tra cui quella di arcidiacono di Tarragona e nel 1491 fu  fatto vescovo di Pamplona da Innocenzo VIII. Ormai per lui pareva non esserci altra scelta che seguire le orma paterne: nel 1492 fu promosso Arcivescovo di Valenza e  nel 1493  fatto cardinale. Da quel momento Cesare, pur tra i  principali consiglieri del papa, suo padre.  poco  incline alla vita religiosa si è  trasferito in uno sfarzoso palazzo di Trastevere, frequentando   donne, andando a caccia e vestendo in modo principesco. Dimostrandosi più adatto a condurre un altro tipo di vita e sognando una carriera militare. 
Lucrezia, dopo essere stata  fatta sposare con Giovanni Sforza, nipote del potente cardinale e Vice cancelliere pontificio Ascanio e di Ludovico signore di Milano, ha preteso di tornare a Roma con il marito. Jofrè, il tredicenne ultimo figlio avuto dal papa con Vannozza costretto al matrimonio con  Sancha d’Aragona, figlia illegittima di Alfonso II sovrano di Napoli, è ancora un bambino senza voce in capitolo.   
I Borgia  tuttavia appaiono  al culmine del loro potere, inamovibili. Certo  la loro ambizione, avidità e violenza mettono paura, tanto che in pochi provano a sfidarle. Ma il  cardinale Giuliano della Rovere, sconfitto sui gradini del soglio pontificio, trama, cerca e trova alleanze nel fanatico dominatore morale  di Firenze il domenicano Savonarola e invoca la discesa in Italia di Carlo VIII re di Francia per una guerra di conquista tesa a restituire  agli Angioini  la corona di Napoli.
Circondato dai nemici, con anche la figlia Lucrezia coinvolta in un progetto che medita di sottrarla al matrimonio con un rampollo degli Sforza, Alessandro VI sollecita il giudizio del figlio Cesare. Di Cesare che morde il freno, non vorrebbe restare ingabbiato nel suo ruolo di cardinale ma non riesce a vincere la preferenza del padre verso il presuntuoso e sfrenato fratello Juan,  sulla via del ritorno  a Roma dalla Spagna dopo la nascita del primo figlio, lasciando la moglie in attesa del secondo.
Nel frattempo tempestosi venti di guerra  bussano alle porte della penisola con Carlo VIII che, raccolto un immenso esercito, ha dato il via all’invasione con l’intento anche di mettere  il papa con le spalle al muro. Il passaggio dei francesi  da Roma arriva a minacciare il Vaticano… 
E quando il papa deciderà di affidare proprio a  Juan il comando  del’esercito pontificio e  l’onore di guidare le spedizioni militari contro la  famiglia Orsini, commetterà un grave errore di valutazione che porterà a conseguenze molto pericolose.
Nominato nel settembre del 1496 legato nel Patrimonio, e il 26 ottobre capitano generale dell’esercito papale, affiancato nel comando dal duca di Urbino Guidobaldo da Montefeltro, il 27 ottobre Juan Borgia  intraprenderà  la marcia contro l’esercito baronale. Benedetto in un primo tempo da qualche successo, in virtù della bravura del  Montefeltro, conquisterà  terre degli Orsini, sino ad Anguillara. Quando però resterà da solo al comando, per una grave ferita del duca di Urbino, dovrà fermarsi  davanti  alla ferrea resistenza della fortezza di Bracciano condotta da Bartolomeo d’Alviano. La rivalità tra i fratelli Cesare e Juan, raggiungerà  picchi pericolosi. Tuttavia Bracciano, pur sotto assedio durante quasi tre mesi di un terribile inverno, con il nemico che  continuerà a ricevere sempre rinforzi da Roma e da Napoli, riuscirà  a reggere fino a  gennaio 1497, all’arrivo  dell’esercito radunato da  Vitellozzo Vitelli.  Vitelli  affronterà il Borgia  a Soriano  il 25 gennaio e, infliggendogli  una durissima sconfitta,  recupererà  agli alleati tutto l’alto Lazio. Con il nemico pronto a bussare alle porte, la folla romana in tumulto sfiderà  persino l’autorità papale, Solo l’arrivo da Napoli di un robusto contingente di milizie al comando di Consalvo de Cordova riuscirà a salvare  l’Urbe da una brutta  situazione.
Ma ciò nonostante Juan sarà accolto dal padre quasi come un vincitore… Tuttavia i nemici si nascondono. Sono poco lontano e  pronti a colpire. 
Alex  Connor mischia con accorta bravura thriller e storia. Anche in questa seconda puntata della saga  assistiamo a sottili giochi a incastro, manovrati quasi fossero  colpi di fioretto o spada, dai personaggi, a tenebrose vicende, dubbi, contrasti, alleggeriti dal tocco femminile rappresentato da Vannozza, serena presenza che lei sola riuscirà ad andare oltre, Giulia Farnese la seducente e stuzzicante amante del papa, l’impetuosa e passionale Sancha e il suo marito bambino e Lucrezia, cocca di genitori e fratelli,  bella, intelligente, e manipolatrice. Il suo appoggio può servire, come deve riconoscere Taddea, l’erborista,  sorellastra del Pinturicchio, che è caduta vittima del fascino di  Cesare, l’uomo che credeva di odiare. E anche lui Pinturicchio, il grande pittore che sublima l’arte con il suo pennello tenta di proteggere se stesso e proteggerla, metterla in guardia… Chissa?   Tutte molto reali, con i loro dubbi,  fragilità, ma anche  con la loro forza .Tra una contrasto e una macchinazione, tra una battaglia e un proibito amore, la vita dei Borgia sta per cambiare ancora.

Patrizia Debicke

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