Un rebus per Leonardo Sciascia – Silvana La Spina



Silvana La Spina
Un rebus per Leonardo Sciascia
Marsilio
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La Storia, quella con la A maiuscola ha sempre sollecitato tante curiosità tangenti ai fatti storici.

Quel “what if” che passa al fianco di un personaggio, svincolandolo dalla sua personale storia a noi nota, conducendolo attraverso inediti quanto inaspettati viottoli narrativi.

Lo abbiamo visto con le indagini di Dante Alighieri, di Elisabetta Seconda, fino ad un Aristotele inaspettato indagatore e che finalmente si dedica a qualcosa di più concreto delle sue passeggiate con la testa fra le nuvole.

Questa volta, però, tocca ad un Autore, uno che con la penna ricama a sua volta trame e volute di inchiostro in affreschi narrativi nei quali finisce in prima persona tra le pagine del lavoro della La Spina, abile nel donare nuova vita ad un gigante della letteratura, ritratto tra ambienti e personaggi di inusitata credibile verosimiglianza.

Eh si, perché la ricostruzione di personaggi a noi noti, soprattutto se cronologicamente non lontani, è compito arduo, per via una marea di sottili informazioni che un Autore deve saper maneggiare con cura e dedizione per poter ridare vita ad una persona, riproponendone movenze, tic, accenti e costumi.

Ed il Leonardo Sciascia che indaga sul “suicidio” dell’amico magistrato Aurelio Arriva è un personaggio credibile, contornato da altri personaggi della Storia italiana, quella importante, quella fatta di nomi che hanno inciso a fuoco le loro gesta in un Paese che facilmente dimentica i propri padri.

Ma su questi nomi nessuna rivelazione, appaiono al momento giusto e non si può anticipare nulla per non guastare sorprese molto ben orchestrate dall’Autrice.

È paradossale rinvenire un Leonardo Sciascia che si muove negli stessi ambienti e negli stessi luoghi e lui cari e da lui dipinti con vivida chiarezza, come se fosse uno dei tanti personaggi che arricchiscono il suo affresco narrativo (tra tutti, “Una storia semplice” https://milanonera.com/una-storia-semplice-2/): l’autore che narra diviene improvvisamente narrazione e da soggetto diviene oggetto, in una meta rappresentazione letteraria che attraversa la quarta parete di carta per arrivare addosso al lettore come un treno in corsa.

Cos’hai combinato, Silvana La Spina.

Hai ridato vita ad un monumento, restituendolo al pubblico con credibile veridicità in mezzo ad una terra che è sempre la sua, con le medesime disillusioni e contraddizioni che sorreggono un barocco architrave narrativo che Marsilio confeziona con la sua usuale veste grafica, sempre rassicurante sullo scaffale, ma mai allorquando ne principiamo la lettura, con un marsala tra le dita.

Giuseppe Calogiuri

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