Con “Tienimi la mano mentre tutto brucia”, Johana Gustawsson, autrice francese con un trascorso a Londra e una contemporaneità su un’isola svedese, firma un’opera che travalica i confini del genere. Pubblicato in Italia da Newton Compton Editori, questo romanzo si impone come una lettura disturbante e viscerale, capace di catturare il lettore e di non lasciarlo andare fino all’ultima pagina. È un libro che non offre mai appigli sicuri: ogni capitolo è una sorpresa, ogni dettaglio un enigma, ogni svolta narrativa un ulteriore passo in un labirinto che lascia smarriti e inquieti. La vicenda si svolge in Canada anche se l’ambientazione è decisamente marginale rispetto alla storia. Qui si intrecciano tradizioni, paure ancestrali e retaggi culturali che affondano le radici in due secoli di storia. La stregoneria, con le sue ombre e i suoi simboli, non è solo un tema narrativo, ma la lente attraverso cui esplorare il sacrificio, l’ossessione, la fede cieca e la capacità di amare fino all’annullamento di sé.
Al centro del romanzo emergono figure femminili dirompenti e indimenticabili. Da un lato Pauline, una moglie, pronta a dissolvere la propria identità in nome della devozione verso il marito; dall’altro una madre, Maxine, disposta a rinnegare ogni valore, ad abbattere barriere morali e legali, pur di salvare la figlia e quel che resta della loro vita. Queste due figure diventano l’emblema di un amore radicale, che può trasformarsi in forza dirompente o in condanna definitiva. Ma l’elemento più originale e affascinante dell’opera è la coralità . La stragrande maggioranza dei personaggi sono donne: donne di epoche diverse, con caratteri e vissuti lontani, ma accomunate dalla volontà di mettersi in gioco, di agire, di rischiare, di andare contro le convenzioni.
Lo stile di Johana Gustawsson contribuisce a rendere la lettura magnetica e inquietante. La sua scrittura è densa, incisiva, carica di immagini potenti che trasmettono un senso costante di precarietà . Ogni scena è immersa in un’atmosfera cupa e ipnotica, come se il lettore camminasse sempre sul bordo di un precipizio. L’alternanza di epoche e prospettive non confonde, ma amplifica il disorientamento, restituendo un’esperienza immersiva e totalizzante.
“Tienimi la mano mentre tutto brucia” non è soltanto un thriller ben costruito, ma un romanzo che scava in profondità nelle emozioni e nelle contraddizioni umane. Disturbante, sì, perché costringe a guardare da vicino sentimenti portati all’estremo, ma anche incredibilmente intenso e umano, perché racconta quanto una persona possa spingersi oltre i propri limiti in nome dell’amore e della sopravvivenza .O nel nome di una follia che vive dentro di lei. Il risultato è un libro che lascia una traccia indelebile. Una storia che non si limita a intrattenere, ma che risuona a lungo dopo l’ultima pagina, come una fiamma che continua a bruciare sotto la pelle. Tienimi la mano mentre tutto brucia è molto più di un thriller sulla stregoneria: è un canto corale femminile, un rito collettivo di resistenza e di coraggio, un viaggio nell’abisso dell’animo umano.


