Teresa Papavero e lo scheletro nell’intercapedine – Chiara Moscardelli



Chiara Moscardelli
Teresa Papavero e lo scheletro nell’intercapedine
Giunti
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Teresa Papavero riprende conoscenza in un luogo buio e sconosciuto. Non rammenta nulla, ma con la flebile luce di un ridicolo portachiavi gracchiante, capisce di trovarsi rinchiusa nella stanza di un manicomio, e improvvisamente ricorda: è prigioniera di un serial killer.
Inizia così la nuova avventura di Teresa Papavero lo stravagante, delizioso, eccessivo personaggio creato dalla penna di Chiara Moscardelli. Dopo questo breve prologo, si fa un salto indietro per capire cosa ha portato Teresa in quella stanzetta buia.
Grazie agli accadimenti del libro precedente, Teresa è ospite fisso di un programma di cronaca e il piccolo centro di Strangolagalli è diventato famoso. Numerosi curiosi e turisti giungono in paese e quindi Teresa e Luigia, la sua socia, devono ampliare il loro B&B. I lavori sono quasi ultimati, manca un solo muro da abbattere e Teresa vuole procedere personalmente. Armata di martello si scaglia contro la parete e i suoi colpi furiosi rivelano una macabra sorpresa: nascosto nell’intercapedine c’è uno scheletro. Qualsiasi altra persona si sarebbe spaventata, ma non Teresa che prende in mano la situazione. Commettendo anche qualche piccolo peccatuccio di omissione verso gli inquirenti e intrufolandosi ovunque, anche nella sala autoptica, si mette alla caccia della verità. Dalla sua ha un indomabile carattere, un master in criminologia( anche se suo padre, famoso criminologo, la considera una cretina)e una grande determinazione. Inizia così un’indagine un po’ fuori dalle righe che coinvolgerà la nostra eroina in un modo insospettabile, andando a toccare i suoi nervi scoperti.
Rispetto al libro precedente l’autrice, pur mantenendo i toni della commedia e forte di un personaggio che spacca, ha virato decisamente sul giallo, costruendo una trama che pesca nei temi classici del thriller e del giallo psicologico, interrogandosi se la malvagità sia innata o meno. Un tema forte quello scelto che però viene alleggerito non solo dalla verve della nostra Teresa, che per esempio indaga e assiste a un’autopsia indossando una gonna piena di improbabili fenicotteri rosa, ma anche e soprattutto dai comprimari: dagli abitanti di Strangolagalli ,tra cui annoveriamo un prete ipocondriaco e un maresciallo decisamente poco “sveglio, e dal padre che sembra avere conservato per sé tutta l’autostima disponibile senza averne passato nemmeno un briciolo alla figliola. Nonostante l’infima opinione che ha di se stessa e la sua naturale ritrosia verso la felicità, la nostra stravagante Teresa dimostra però di avere un fascino irresistibile ( cervello vs fenicotteri 1-0) e anche in questo libro, tra imprevisti ritorni e nuovi incontri, non mancano uomini che dimostrano di apprezzarla e non poco…
La lettura procede spedita, i momenti comici e quelli seri si alternano dando il ritmo al racconto, testimoniando la bravura dell’autrice non solo nel cambiare passo alla narrazione, ma anche il suo acume nel creare personaggi credibili nelle loro stravaganze, forze e debolezze. Lo stile è sempre quello fresco e brioso che abbiamo imparato a conoscere attraverso tutti i suoi libri, anche se io personalmente avrei voluto ancora di più, specialmente nella seconda parte che è più gialla e tecnica: avrei amato avere più Teresa con le sue bizzarrie, con le manette col pelouche rosa, più fenicotteri… Perché Teresa è una di noi, forte e fragile, determinata e insicura, insomma un ossimoro fatto persona e in questo incarna perfettamente molte donne. Per questo è facile amarla.
Teresa Papavero e lo scheletro nell’intercapedine è uno di quei libri di cui forse abbiamo bisogno ora, in questo periodo così complicato: oltre a essere una piacevole e lettura, meno leggera di quello che potrebbe apparire a prima vista, regala sorrisi e questo non è decisamente poco.

Cristina Aicardi

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