Tutti gli aspiranti autori in cerca di scorciatoie per il romanzo che sono sicuri di scrivere prima o poi dovrebbero avere in libreria, se possibile leggere fino all’ultima pagina e tenere a portata di mano questa Storia del giallo italiano di Luca, Crovi, grande esperto della narrativa poliziesca e fortunato conduttore della trasmissione radiofonica “Tutti i colori del giallo”, andata in onda diversi anni fa. Questo poderoso e ponderoso volume è una vera enciclopedia senza avere però i difetti delle enciclopedie, cioè non è didascalica bensì ragionata e segue fili logici che non imprigionano gli argomenti voce per voce, ma li fanno volare dentro la loro collocazione spazio-temporale, assegnando, alle opere e agli autori di cui tratta, ruoli da protagonisti e dando così vita a un vasto romanzo corale nel quale le molte voci si inseguono e dialogano, annodate, argomento per argomento, al filo logico, apparentemente casuale, della memoria: epoca, luogo d’azione per luogo d’azione, indagine per indagine.
Ci sono tutti i nomi che contano della letteratura gialla e noir che, in Italia, si è scavata una nicchia nel cuore dei lettori da molto prima dell’Unità, basti pensare per esempio ai Promessi Sposi, vera opera “fusion, nella quale si fondono il romanzo storico e il thriller, dando vita a uno dei primi e più mirabili “noir storici” del nostro patrimonio letterario.
Soprattutto ci sono gli autori, i criminali e le loro vittime, che escono dalle pagine vestiti di carne martoriata e di sangue secondo il perfetto dresscode degli assassini e degli assassinati. Poi ci sono le località, ci sono gli investigatori: un esercito di commissari, ispettori, carabinieri con e senza i gradi, investigatori privati, alcuni dei quali, come l’Alligatore, diventati famosi almeno quanto Hercule Poirot. Ci sono anche i medici radiati dall’albo che si improvvisano detective, gli avvocati, gli studenti di medicina che fanno autopsie, i traumi che inducono cecità a Sorrento.
In una parola: c’è tutto quello che rientra negli interessi degli appassionati del genere, ma anche dei comuni cittadini che, attraverso i romanzi gialli e noir, apprendono nozioni importanti su come si fanno, o piuttosto non si fanno ma si dovrebbero fare, le indagini nel nostro Paese.
E non manca il puntuale affresco della società di oggi confrontata con quella di ieri e dell’altro ieri, che si ritrovano nei thriller storici.
Non manca nulla in questa cavalcata giallo-nera che attraversa secoli di narrativa criminale, del resto siamo o non siamo nella “terra dei Borgia, degli Ezzelino da Romano, dei papi (che certo non si fecero mancare nulla), della regina Giovanna…”? Ovvio, dunque, che non manchino i boia e che abbondino assassini e cadaveri.
Uno dei grandi pregi di questo libro è di aver saputo legare con un immaginario fil rouge (o jaune, o noire) autori e opere attuali e d’antan, restituendo un po’ di luce a chi, immeritatamente era caduto fra le pieghe del tempo, come quelll’Augusto De Angelis, coraggioso giallista dell’era fascista quando era vietato esserlo , “papà” del commissario De Vincenzi, genialmente preso a prestito da Luca Crovi per i propri romanzi.
Oggi tutti sanno chi è Giorgio Scerbanenco, ma quanti conoscono Francesco Mastriani, geniale autore ottocentesco di un fosco noir nato in una sala per le autopsie, intitolato “Il mio cadavere”, uscito nel 1851. E che dire di Emilio De Marchi, sensibile autore di Arabella, che con il suo truce “Il cappello del prete” pubblicato nel 1857, contende a Mastriani il titolo di primo giallista italiano?
I lettori più esterofili, sempre pronti ad apprezzare di più quello che viene dagli altri paesi, soprattutto dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito, leggendo questo volume avranno molte sorprese. Scopriranno, per esempio, che in Italia, pochi mesi dopo l’assassinio a Palermo, nel 1909, del poliziotto italoamericano Jo Petrosino, furono pubblicate a dispense diverse crime novel dedicate alla sua figura di combattente della Mano nera, la mafia newyorkese dei primi del Novecento, il cui successo si prolungherà fino al 1948, mentre nel 1938 sulle pagine de ” l’Avventuroso” prenderà il via una serie a fumetti dedicata al mitico poliziotto.
Sempre per stare giallisticamente negli USA, si scoprirà anche che dal 1914 al 1920 la casa editrice Bietti pubblicò una serie poliziesca dal titolo “Le avventure del poliziotto americano Ben Wilson”. A scriverle è l’italianissimo Ventura Almanzi, che penetra i foschi segreti di New York e gira in lungo e in largo l’America standosene, come Salgari, nella placida solitudine della sua cameretta. E Almanzi non è il solo a riuscire credibile in questi viaggi a costo zero perché fatti con la fantasia.
Ma le sorprese non sono tutte qui. Quest’opera è un vero monumento al genere noir, pieno di curiosità letterarie. Per esempio, “La cieca di Sorrento” non è un modo di dire politicamente scorretto, ma un magnifico romanzone nero che risale all’Ottocento. Inoltre i lettori scopriranno che un tempo andavano di moda i Misteri ambientati nelle città Italiane, fra cui la magica Firenze.
“I misteri di Firenze” è un libro nerissimo, anzi “putrido” come la città, scritto, oh sorpresa!, nel 1857 da Carlo Lorenzini, più noto come Collodi, il papà di Pinocchio.
Sì, come si è scritto, questo libro è davvero una fantastica cavalcata attraverso i gloriosi decenni del noir dalla quale mancano solo gli anni dell’era fascista perché la censura del MinCulPop non consentiva pubblicazioni che parlassero di indagini e di delitti, sia pure di fantasia. È noto infatti che al popolo Italico non era consentito angustiarsi con storie di violenza quando in Italia tutto era perfetto e i treni arrivavano in orario.
A questo punto si è già anticipato troppo dei contenuti. Possiamo aggiungere solo che le oltre 400 pagine si bevono letteralmente, perché scritte col sorriso e con la generosità di un autore che non ha risparmiato il proprio sapere, trasmettendo, insieme alle nozioni, anche il grande amore per la letteratura in generale e per il genere criminale in particolare. Pagine che compongono un libro fortemente evocativo che, non per nulla, l’autore dedica al proprio padre Raffaele Crovi, grande intellettuale del nostro tempo, uomo di vasta e raffinata cultura, amante anch’egli del genere: una dedica che è un dialogo fra le righe oltre che un vero atto d’amore.
Luca Crovi presenterà la Storia del giallo italiano il 24 settembre nell’ambito della rassegna Libri in corte: Incontri d’autore a Palazzo Sormani. Dialogherà con lui Rosa Teruzzi.
Per garantire le misure di sicurezza sanitaria, la partecipazione agli incontri sarà possibile esclusivamente previa prenotazione tramite il sistema Affluences, nella versione web (https://www.affluences.com/
Nel caso le prenotazioni online non raggiungessero il limite massimo di posti disponibili, sarà possibile per gli spettatori registrarsi direttamente all’ingresso prima dei singoli incontri,