Quante volte ci siamo chiesti: se i gatti potessero parlare, che cosa ci direbbero? E quante altre volte, invece, siamo rimasti dubbiosi e forse anche perplessi, notando certi loro atteggiamenti o miagolii apparentemente senza senso?
I felini che contribuiscono all’indagine in stile Agatha Christie del nuovo giallo di Piergiorgio Pulixi, emblematicamente chiamati Miss Marple e Poirot, di cose ne fanno intendere anche con un solo sguardo in “Se i gatti potessero parlare”, edito da Marsilio. Un libro molto atteso da un pubblico internazionale, che si è appassionato alle vicende dello scorbutico libraio Marzio Montecristo, al suo club di giallisti della libreria “Les chats noirs” a Cagliari e, soprattutto, ai mici influencer che hanno preso possesso e decretato il successo nelle vendite di gialli della piccola impresa di colui che possiamo considerare un burbero buono.
Questa volta, dopo le indagini in stile noir, comico e letterario che hanno incollato anche il pubblico francese al bestseller La libreria dei gatti neri, Marzio affianca l’ispettore Caruso, futuro membro del club di lettura del “Les chats noirs”, in una ‘crociera’ lungo le coste sarde. L’obiettivo dell’editore Gianroberto Polpicella (come non pensare all’editore Panzirolli de La donna nel pozzo?) è promuovere i romanzi del celebre giallista Aristide Galeazzo, impegnato a scrivere gli ultimi capitoli del suo prossimo libro Maestrale di sangue.
Tuttavia, quella che Marzio candidamente presenta a Caruso come una vacanza si trasforma presto in un mistero da camera, o meglio, da ‘nave chiusa’, nella migliore tradizione del giallo classico. Il riferimento ad Assassinio sul Nilo della Christie è chiaro, ma numerosi sono i richiami a scrittori cult di polizieschi a cui l’autore ci aveva già piacevolmente abituato nel suo romanzo precedente.
In questo nuovo libro, uscito il 25 marzo, il lettore potrà deliziarsi a indagare fianco a fianco con l’ispettore Caruso e l’investigatore amatoriale ‘forzato’ e ‘creativo’ Marzio, facendo ricorso alle sole armi del ragionamento, come amava lady Agatha, per fare solo un esempio. Lo spazio limitato in cui sono blindati i possibili sospettati dell’omicidio al centro della trama, l’inspiegabile disconnessione da ogni rete Internet, l’impossibilità a effettuare analisi scientifiche, creano una sfida di sapore vintage tra assassino e indagatori dell’omicidio. Il lettore, dal canto suo, si sentirà a suo agio, confortato dal clima di rispetto per i padri fondatori e i protagonisti dell’età d’oro del romanzo poliziesco.
“Se i gatti potessero parlare”, ci aveva detto lo scorso novembre Piergiorgio Pulixi in Feltrinelli a Verona, “mi è stato fortemente richiesto dall’estesa community di amanti dei gatti”. In effetti, in questo romanzo, i mici Miss Marple e Poirot fanno sentire molto la loro presenza, mettono zampe, occhi e musetto ovunque, in un irresistibile rapporto di amore e fastidio per il loro burbero libraio. C’è da divertirsi a vedere come lo scrittore sardo si sia sbizzarrito a mostrarceli nei loro atteggiamenti più curiosi e amabili.
Ma, forse, al netto di tutti questi motivi per leggere il giallo di Piergiorgio Pulixi, ci affascina ancora di più quello che è diventato un prezioso marchio di fabbrica dei suoi romanzi. In numerosi capitoli si scherza, si inorridisce, si indaga, si giudica, si condanna, si ride, si spera. Ma quello che amplia la gittata delle sue trame poliziesche – costruite sempre come puzzle che alla fine compongono rigorosamente ogni tessera nella logica del dénouement – è l’umanità che vibra oltre ogni ricostruzione dei fatti. Se, per esempio, in Stella di mare l’incipit riverberava l’entusiasmo della giovinezza di un’adolescente tragicamente uccisa e in Per un’ora d’amore nonno Italo si spendeva oltre i limiti della sua età per il nipote orfano di madre, qui l’autore introduce un personaggio che commuove pure l’irriducibile Marzio.
Come ci ha abituato Pulixi, troverete in parte del romanzo una community di lettori di gialli sardi coesa oltre ogni difficoltà, stretta attorno alla malata Nunzia e all’intraprendente Patricia, il braccio destro che compensa la scontrosità di Marzio nelle public relation.
Ma cercate anche Greta la gattara nei primi capitoli del romanzo, con il suo carrello di mici e il cuore grande come un abbraccio rivolto al mondo intero, nonostante la sua povertà.
“Lei ribatteva che i mici (n.d.r: ben quarantotto!), circondandola, la riscaldavano, trasformandosi in una sorta di morbido plaid, e che nessuno si sarebbe sognato di cercare qualcosa da una stracciona come lei.”
Marzio la supporta, non la molla. Siamo certi che, apprendendo la sua strenua filosofia improntata al coraggio, vi ci affezionerete anche voi.