Una lanterna che illumina un vicoletto di Montmartre.
Ecco la luce ideale per leggere questa spy story che si dipana in ventiquattro intricatissime ore.
E nel leggere questo lavoro di Dov Alfon non si può prescindere proprio dal dato personale dell’autore e dalla influenza della Parigi al chiaro di luna, che cede il passo ad un clima da Torino argentiana.
Le luci del giorno cedono il passo al buio dei vicoli e delle ombre, e non quelle proiettate in terra, ma le ombre di servizi segreti che si intrecciano tra loro, partendo da quell’ombelico d’Europa che è l’aeroporto Charles De Gaulle e sviluppandosi, talvolta avviluppandosi, a cavallo tra la Ville Lumière ed il territorio israeliano, così apparentemente differenti, ma mai così simili nelle loro dinamiche.
“Faraway, so close”, così lontano, così vicino direbbero gli U2 di Zooropa, disco che è un vero e proprio pastiche a cavallo tra Europa e vicino oriente, perfettamente aderente ad una trama certamente complessa, ma arricchita dalle tante parole che compongono questo corposo volume.
DeA Planeta ha da sempre un attento occhio per l’inchiostro che scorre Oltralpe e anche questa volta non sbaglia, con un colpo in canna preciso e ben mirato.
Come quelli che sibilano da una pagina all’altra di questa spy story che parte da Parigi per viaggiare insieme al lettore.
