L’amicizia è il sale della vita. Due chiacchiere con Rosa Teruzzi – Ultimo Tango all’Ortica

Rosa Teruzzi attualmente in libreria con Ultimo tango all’Ortica, Sonzogno, la nuova avventura della fioraia del Giambellino ha risposto a qualche nostra domanda

download (2)Ciao Rosa e finalmente! Sei tornata con le nostre tre amiche!
Ti avevo fatto qualche domanda anche l’anno scorso, dopo l’uscita di “Non si uccide per amore”. E parto proprio da una cosa che mi hai detto. Sei affascinata dalla psicologia dei personaggi letterari che consideri quasi tridimensionali. Le tue tre donne in questo romanzo maturano, crescono. Prendiamo per esempio Iole, la nonnina hippie. E’ sempre lei, scanzonata e irriverente tra yoga e sigarette truccate. Ma c’è un passaggio nel libro che mi ha colpita: intuisce i pensieri di Libera e la prende sottobraccio, quasi come a coccolarla, sostenerla. Quindi un po’ di empatia in una donna molto concreta e che vive la vita “alla leggera” , passami l’espressione, c’è?
Sì, Iole sa essere empatica, anche se il tatto non sembra la sua dote principale. Le piace posare da irriverente, ma quando le persone che ama soffrono, riesce a mostrarsi perfino sensibile e non c’è dubbio che ami Libera, benché sia così diversa da lei. In fondo, la leggerezza non significa affatto superficialità.

Anche Vittoria sta cambiando, sorride un po’ di più, è un po’ più morbida, meno rigida, nei confronti di Libera. E’ l’amore per l’Achille che la rende meno spigolosa?
Penso che il cambiamento di Vittoria dipenda soprattutto dal fatto di aver scoperto la verità sulla morte del padre, il nome dell’assassino. Questo le ha dato una pace che le era stata negata per tutti gli anni dell’adolescenza. Vittoria ha sempre pensato di aver subito un torto, per questo era arrabbiata con il mondo e solo il fatto che fosse così arrabbiata l’ha portata a innamorarsi di un giovane uomo pieno di conflitti come l’Achille. Sono convinta che la sua rinnovata dolcezza potrà influenzare anche lui. Ma questa è solo una mia impressione.

Mostra un lato umano anche Cagnaccio. Non solo la stima che prova nei confronti delle Miss Marple del Giambellino (anche se non lo dirà mai a parole), nutre un profondo affetto per la sua cronista Irene, ma anche qui non usa parole. Cagnaccio è uno dei miei personaggi preferiti. Lo vedrei bene in una storia con nonna Iole. Tu no?
Sì, anche per me vale lo stesso. Cagnaccio è l’unico dei miei personaggi che sia ispirato non a una, ma a più persone vere. Si tratta di alcuni dei capi cronisti con cui mi sono interfacciata negli anni in cui ho lavorato in un giornale di cronaca. Uomini totalmente votati al lavoro, stakanovisti e poco modaioli, estremamente burberi con i loro sottoposti – soprattutto con le poche giornaliste femmine che allora popolavano le redazioni dei giornali – ma dotati di un forte unorismo e, sotto sotto, generosi. La notizia era la loro divinità e il giornale la loro famiglia. Credo che lui e Iole si stimino molto (e un po’ si temano, l’un l’altro). Più che collaborare, potrebbero sfidarsi, in un’indagine.

23844771_1995765800640320_838774037451550705_nLibera, in questo romanzo, è molto riflessiva, più che negli altri. Ha finalmente fatto luce sulla morte di Saverio, quindi ha chiuso un capitolo, ma ne sta aprendo un altro. Le cose non dette, i segreti, pesano sul cuore di Libera. E’ finalmente pronta ad indagare sul suo passato?
I successi da detective-dilettante sono stati importantissimi per Libera. L’hanno rafforzata, le hanno fatto capire che poteva finalmente affrontare i nodi che tenevano la sua vita “congelata”. “Forse, si è detta, “sono è ancora in tempo a cercare di conquistare quello che ho sempre pensato di desiderare”. Ma è proprio vero che lo desidera? E averlo dipende solo da lei?
Certo, ha cominciato a mettere in pratica un consiglio di Spartaco: “quando sei bloccata, comincia da una piccola azione”. E’ l’azione il vero problema di una donna come lei, una sognatrice che ama i libri forse più della vita. E la sua attività da detective la costringersi a rimettersi in gioco ogni volta.

Parliamo ora del romanzo, della trama. C’è un uomo, un manipolatore, e ci sono diverse donne, le sue vittime, che butta via quando le ha completamente sottomesse e isolate. Parli quindi di amore malato ma soprattutto di amicizia al femminile. Quanto è importante per le donne essere amiche, sostenersi a vicenda?
L’amicizia è una forma diversa di amore ed è il sale della vita, ma in “Ultimo tango all’Ortica” io rifletto sul fatto che qualche volta anche l’amicizia – come l’amore – possa essere malata. Lo è quando ci rende ciechi sui difetti dei nostri amici e quindi a rischio di divenirne complici se compiono un’azione sbagliata.
Ma il tema centrale del romanzo è il segreto. Quanto pesano nella nostra vita (e in quelle di chi amiamo) le parole che non abbiamo avuto il coraggio di pronunciare?

Katy, la regina del tango. Fuori dalla pista è una donna sola, quasi inadeguata, ma appena inizia a ballare riesce a stregare tutti con i suoi movimenti fluidi e sensuali (non a caso hai scelto il tango). Mi ha ricordato un po’ l’albatro, l’uccello della poesia di Baudelaire. Goffo e zoppicante sulla terra ferma, maestoso e leggiadro quando vola libero. Parafrasando, abbiamo bisogno di un ambiente che ci da sicurezza, per riuscire a esprimere noi stessi?
Katy è una donna ferita. Sua madre non l’amava perché non la considerava all’altezza delle sue aspettative, il padre non è mai stato dalla sua parte. Non conoscendo l’amore, l’ha sempre cercato in uomini sbagliati e questo l’ha resa diffidente e amara. Il ballo rappresenta la sua rivincita, il suo canto libero. Ognuno di noi, in fondo, coltiva uno spazio in cui si sente un re o una regina (Katy, per esempio, lo è del tango), ma sarebbe bello che non si trattasse solo di un rifugio in una vita in cui ci sentiamo falliti o frustrati.

Chiudi il romanzo con un colpo di scena, o meglio con una parola. E la prima cosa che ho pensato è stata: e adesso? Quando esce il prossimo? Non ci farai penare troppo, vero?
La prossima avventura di Libera, Vittoria e Iole è già nei miei pensieri, ma ha bisogno di tempo per essere messa su carta. Spero di poterlo fare quest’estate, come ogni anno. E’ una storia che si svolge tra l’oggi e il ’46, tra Milano e il lago di Como e che riguarda, ancora una volta, un segreto pericoloso, un amore impossibile e un delitto.

MilanoNera ringrazia Rosa Teruzzi per la disponibilità

Lucia Cristiano

Potrebbero interessarti anche...