L’incidente, così tutti l’hanno sempre definito, sembra essere stato la grande ombra che ha coperto l’infanzia della narratrice, una storia sconvolgente a tal punto che quando ormai adulta viene a sapere dai media di un altro incidente simile sente il bisogno di narrare la vicenda, mutandone luoghi e nomi.
Il lettore si ritrova così nel Giardino di Roma, nuovo quartiere residenziale alla periferia dell’urbe, sull’arteria verso Ostia. Francesca, la protagonista, inizia in uno di questi condomini la sua nuova vita: ha abbandonato Milano e un lavoro gratificante (ma molto stressante ) nel campo dell’editoria, decidendo di seguire il marito Massimo che ha ottenuto la docenza all’università e di dedicarsi completamente alle sue due bambine. Tutto appare perfetto nel Giardino di Roma: le case sono colorate e luminose, i condomini belli e accoglienti, i bambini simpatici e affettuosi. Francesca sente di aver raggiunto la felicità che desiderava. Alcuni piccoli intoppi offuscano però la gioia completa dell’inizio della nuova vita: Francesca si ferisce inspiegabilmente con il cancello, un sasso scagliato da una bambina che gioca in cortile la colpisce…inezie a cui lei non dà alcuna importanza. Ma cominciano a insinuarsi delle crepe nel nido idillico della famigliola: una vicina eccessivamente gentile al limite dell’invadenza, il lavoro di Massimo che inizia ad assorbirlo sempre più, una rabbia profonda che Francesca cova per la latitanza del marito, altri piccoli incidenti, fino a quando scompare improvvisamente Teresa, l’amichetta della figlia di Francesca, mentre giocava in cortile sotto gli occhi del vicinato. Esplode così la caccia al mostro, mentre la bambina è ormai diventata la ‘nostra Teresina’, infelice preda della bramosia di spettacolarità dei media.
L’elemento più perturbante del thriller della Lattanzio è lo spazio in cui è ambientata la vicenda, un non-luogo di una periferia senza storia né identità , con le vie contrassegnate dai nomi di attori e cantanti. Una delle tante periferie residenziali che ormai contraddistinguono le metropoli europee. Di un luogo evocatore di storia, cultura, bellezza come Roma, non traspare nulla in questa periferia: è un mondo a sé, i condomini si sono creati regole, modelli, valori: i valori trasmessi da televisione e pubblicità , la perfezione consumistica che avvolge il vuoto di valori autenticamente umani. Per contrappasso, sarà proprio l’invasione dei media a determinare l’implosione di quel mondo artificiale e sottilmente crudele. Francesca è l’eroina che mantiene intatta la sua tormentata umanità , pur giungendo al limite della follia. Il lettore si affezionerà certamente a questo personaggio, che contiene in sé le fragilità di questi anni iperdinamici e smarriti. Quale donna non ha provato le sue insofferenze di madre, in perenne lotta contro uno stereotipo che benché superato continua a condizionarci? Chi non ha avvertito la sua rabbia di fronte a un marito ammaliato dalla carriera e dal successo, per il quale ha scelto di sacrificare la propria?Â
Il romanzo della Lattanzi scava in queste lacerazioni femminili quanto mai attuali, ricordandoci che i fantasmi più terribili sono quelli del nostro animo.
Questo giorno che incombe – Antonella Lattanzi
Donatella Brusati