Giorgio Stefano Manzi e Maria Elisa Aloisi
Profiling e psicologia investigativa – Giorgio Stefano Manzi e Maria Elisa Aloisi
Delos
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Nell’ottobre 2024 la casa editrice Delos Digital ha dato alle stampe un saggio dal titolo Profiling e psicologia investigativa, nella collana Crime&Criminology curata da Luigi Pachì. Si tratta di un manuale prezioso per chi scrive di letteratura poliziesca, utile per evitare di incappare in errori grossolani durante la stesura dei romanzi.
Complice una vasta quantità di serie televisive americane, sarebbe un attimo confondersi e dare connotati errati al sistema giudiziario italiano, strutturato in realtà in maniera diversa. Lontano anni luce da mandati di cattura che scattano all’alba e cauzioni da pagare, tanto per fare esempi tangibili.
Scritta a quattro mani da due professionisti del settore, l’opera porta stampigliato in copertina l’intento. Dalla scena del delitto alla mente criminale: tecniche e metodi di criminologia per scrittori e lettori appassionati del genere.
Giorgio Stefano Manzi è colonnello dei carabinieri, docente di Criminologia alla Scuola Ufficiali Carabinieri, con specializzazioni in criminologia e sessuologia.
Maria Elisa Aloisi è un avvocato penalista del Foro di Catania, scrittrice specializzata nel legal-thriller e autrice Mondadori.
Nell’introduzione, riporta la stessa Aloisi: “Rifletto che sarebbe bello, divertente e soprattutto utile scrivere un manuale, non una roba per addetti ai lavori, qualcosa che funga da supporto agli scrittori di gialli, thriller, polizieschi. O magari per lettori appassionati del genere. Una guida che racconti in modo agile metodi di psicologia investigativa, criminal profiling, serial killer, stalking, negoziazione d’ostaggi e compagnia bella.”
Senza anticipare la modalità con cui a Roma è avvenuto l’incontro tra gli autori, che il lettore scoprirà leggendo, basti sapere che l’arte del romanziere si è fusa con la competenza di un massimo esperto. Questo manuale è leggero anche perché tra le tante nozioni, spiegate sempre in modo semplice e per esempi che riportano a concreti casi criminali, si trovano dei “siparietti” tra il colonnello Manzi ed Elisa Aloisi, che si punzecchiano a vicenda, confermando sia nata non soltanto una bella collaborazione ma anche un forte amicizia.
La dissertazione si snoda attraverso otto capitoli, cominciando con la scena del crimine, che ogni scrittore deve fissare nero su bianco, quando parla di un evento delittuoso, cercando probabilmente d’imitare le scene dei film e ignorando invece tanti particolari. Molto importante è anche la distinzione tra criminalistica e criminologia, mai così chiara e per nulla scontata. Sino a focalizzare la figura del killer, il modus operandi, lo staging, le motivazioni che spingono a compiere reati, la vittimologia (un ambito speciale della criminologia, attenzione!), l’interrogatorio (poliziotto buono/poliziotto cattivo), i reati efferati, questi ultimi indipendentemente dalla quantità di sangue presente sulla scena. Interessante anche la relazione tra sesso e crimine, la negoziazione degli ostaggi, per concludere con le narrative criminali a livello di trama, anche se gli strumenti ormai non mancano per riuscire a fare un buon lavoro.
Poiché si pensa che la cultura sia quel che rimane dopo avere dimenticato ciò che si ha studiato, chi scrive ringrazia questi due autori per le tante “dritte” che consentiranno di essere credibili nelle prossime storie. Su tutte, quel chiarimento a proposito di livor, rigor e algor mortis, ovvero i tre stadi con cui evolve un corpo dopo il decesso. D’ora in poi sarà difficile sbagliare.
Un saggio davvero consigliato, fruibile e piacevole nella sua lettura. Un must che non può assolutamente mancare nelle nostre librerie.