Non solo Oscar Wilde, bensì anche il celebre Arthur Conan Doyle o la Divina Sarah Bernhardt e ancora, seppure per una breve apparizione, Emily Brontë, Louisa May Alcott, Henry James, Jules Verne, Emile Zola – insieme a molti altri illustri artisti e letterati di fine Ottocento – sono i personaggi che popolano le pagine di questo piacevole romanzo, dal titolo Oscar Wilde e il sipario strappato.
Si tratta del terzo volume riconducibile all’’Oscar Wilde Mystery Series’, con la quale lo scrittore britannico Gyles Brandreth ha riportato il poeta irlandese a nuova vita. Grazie alla penna di Brandreth, infatti, Wilde diventa un astuto detective impegnato a risolvere misteriosi casi di omicidio, senza dismettere mai le elegantissime vesti di fine esteta e dandy letterato, che indossa nel nostro immaginario più banale. E sarà forse per non deludere quest’immaginario che il personaggio è costretto a pronunciare i suoi famosi aforismi così spesso, finendo per risultare senz’altro più convincente quando, sullo sfondo di una spumeggiante Parigi di fine secolo, si trasforma in ironico Sherlock Holmes alle prese con indizi nascosti fra tartine al caviale e fiumi di Perrier Jouët, spettacoli teatrali e feste dissolute, partite a carte e sbornie d’assenzio.
Riuscirà il nostro eroe a smascherare il responsabile delle inspiegabili morti che sconvolgono la compagnia teatrale di Edmond La Grange? Attraverso una stuzzicante mise en abyme si snoda questo mistery, vagamente manierato, ma vezzoso, davvero perfetto per dilettarsi sotto il caldo sole di luglio.