Sua Maestà la regina, indaga
Cosa suggerisce l’immagine di un diadema? Quali pensieri suscitano i diamanti con la loro brillantezza, splendore e riflessi iridescenti? Potere e ricchezza ma anche maestosità e regalità. Ecco la chiave di lettura dell’intero romanzo di Bennet e del paradosso del cadavere di una prostituta adornata con un diadema di brillanti.
Il corpo di Gina Fonteyn, ribattezzata la sgualdrina con il diadema, una escort di alto bordo, è stato trovato accanto a quello di un uomo, suo probabile cliente, in una camera di una dimora utilizzata durante le trasferte londinesi dal decano di Bath, virtuoso membro della Chiesa d’Inghilterra, uomo irreprensibile e al di là di ogni sospetto.
Per una serie di eventi, probabilmente non fortuiti, Darbishire, un semplice ispettore di Scotland Yard, si trova a indagare su questo duplice omicidio, su cui qualcuno non desidera sia fatta luce. Molte le coincidenze e i particolari che non si vuole giungano alle orecchie della giovane regina, queen Elisabeth, affettuosamente chiamata Lilibet.
Bennet ce la mostra nella sua giovanile bellezza, innamorata di Filippo e affettuosa madre dei primi due figli, Carlo e Anna, ma ancora incerta su come essere regina e mostrarsi al mondo. Ma non ingenua. La sparizione dei fogli su cui aveva preparato il discorso da tenere nella sua prima giornata del viaggio in Francia, le ostriche servite durante un banchetto malgrado l’esplicito divieto a offrirgliene durante le trasferte politiche, la manomissione di un prodotto di bellezza che avrebbe potuto provocarle irritazioni fastidiose… sono segnali che Lilibet non tarda a cogliere. Ma a chi confidare le sue preoccupazioni?
Quale dei tre Baffoni, la vecchia guardia ereditata dal padre, è inaffidabile? Sir Hugh, oppure il suo vice, il maggiore Miles Urquhart, oppure Jeremy Radnor-Milne, addetto stampa di corte? Chi può volerla mettere fuori gioco o, forse più semplicemente, impedire che il mondo si avvii a superare i confini e le relazioni politico-diplomatiche di un tempo?
Ad aiutare Lilibet sopraggiunge, in maniera fortuita, Joan Mc Graw, semplice dattilografa e, scopriremo, ex crittografa, che sostituisce Fiona, una collega infortunata. In un breve viaggio in ascensore, le due donne, Joan e Lilibet, si guardano, si annusano, si studiano e si piacciono. Ma è soprattutto una scoperta sensazionale a far sì che Elizabeth voglia Joan al suo fianco come collaboratrice preziosa.
«Maestà» domanda Joan, «com’è andato il discorso a Parigi? Insomma, spero le sia arrivato in tempo.» La regina la guarda incuriosita:« Quindi era lei?» Joan sbatte le palpebre. «Sì Maestà». «Ha trovato una copia carbone?» L’altra si stupisce:« No Maestà, le copie erano tutte scomparse, ma io me lo ricordavo». «In che senso? Tutto a memoria?» « Sì» risponde Joan confusa.
Quindi, se ad aver salvato the Queen, nell’imbarazzante situazione di essere senza appunti, sono state le capacità mnemoniche di quella ragazza, perché non farne una collaboratrice fidata, visti i sospetti che gravano su di uno dei Baffoni?
I piani su cui si gioca la partita sono molteplici, a partire dall’assassinio della sgualdrina con il diadema, dal rapporto tra Lilibet e l’amato Filippo, dalle tensioni con Margaret la sorella e le dinamiche con la regina madre, passando attraverso le relazioni diplomatiche con il resto del mondo, gli spostamenti degli equilibri all’interno del Commonwealth e la necessità di impadronirsi dei nuovi mezzi di comunicazione, fino ad arrivare a fare i conti con un passato non completamente passato, che comprende la Resistenza ai Nazisti e le relazioni con Edoardo, il sovrano che, pur avendo abdicato e rinunciato al trono sembra non voler rinunciare al potere. O, quantomeno, a un certo tipo di potere.
Bennet conosce l’ambiente della corte inglese, le abitudini di Lilibet, la sua storia, i punti che hanno fatto la sua forza e può trasportarci in un viaggio che ci incanta e cattura. Non solo la risoluzione del crimine, che dà il titolo al romanzo, ma anche racconti dettagliati della vita di corte, famigliare, diplomatica di Lilibet, i suoi amati gorgi, le passeggiate in campagna con gli stivali e i pantaloni in tweed…che l’hanno resa la regina che è stata, fino a comprendere un resoconto dettagliato, preciso e credibile della storia non solo inglese, ma europea e persino mondiale degli ultimi settanta anni.
Mi piace concludere con alcune parole della Bennet, che ci aiutano a comprendere lo spirito dell’intera storia:
Questo romanzo inizia con le mie ricerche sull’anno in cui la regina ha incontrato Marilyn Monroe. Stavo per ambientarlo nel 1956, ma più mi addentravo nella storia di quel periodo, più l’anno seguente mi ricordava il momento storico in cui viviamo adesso.
…e con i suoi ringraziamenti:
Come sempre, devo ringraziare la defunta regina Elisabetta II per aver dedicato la vita al servizio del popolo, per il suo senso dell’umorismo e per aver protetto il mistero della monarchia abbastanza da permettere a una scrittrice di immaginare questa serie di romanzi su di lei.