33 indagini per Sarti Antonio – Loriano Macchiavelli



Loriano Macchiavelli
33 indagini per Sarti Antonio
SEM
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Vita, morte e resurrezione di Sarti Antonio. È lui, il sergente creato da Loriano Macchiavelli, il protagonista delle 992 pagine di “33 indagini per Sarti Antonio”, il libro appena pubblicato da SEM. Ma se pensate che sia una sorta di “summa maxima” del Sarti pensiero e azione, vi sbagliate. È piuttosto un percorso che, con la guida di Massimo Carloni e Roberto Pirani, vi conduce nei meandri delle storie che nel corso del tempo hanno visto protagonista il questurino con una memoria eccezionale, ma che non riesce a risolvere i misteri se non aiutato dall’amico Rosas, il sergente rimasto sempre tale, afflitto dalla colite ma anche dalla sindrome da Don Chisciotte.
Le “33 indagini per Sarti Antonio” sono tutte già edite, si tratta di racconti e romanzi brevi usciti in volumi, ma anche su quotidiani e periodici, e coprono un arco temporale di circa 30 anni, in cui l’autore ha dato vita al personaggio, ma lo ha anche fatto uccidere da un killer americano, per poi farlo risorgere senza dare spiegazioni credibili, e farlo comparire qua e là in racconti sparsi, facendolo addirittura incontrare con il maresciallo dei carabinieri, Benedetto Santovito, creato insieme con Francesco Guccini. Macchiavelli ha fatto comparire sulla strada di Sarti Antonio il vice ispettore aggiunto Poli Ugo, che si contrappone nettamente nella tipologia di antieroe macchiavelliano: se Sarti è umano, umile e in fondo mediocre, Poli è disumano, carogna e ruffiano, soprattutto è capace di risolvere i casi irrisolti e archiviati, rileggendo le carte delle inchieste e mettendo a nudo gli errori. E in questa raccolta, non poteva essere altrimenti, compare anche Poli Ugo, lo zoppo.
Leggendo, o rileggendo per chi è un affezionato seguace delle peripezie sartiane, queste pagine fa impressione notare per quanti giornali abbia scritto Macchiavelli, dall’Unità al Resto del Carlino, da La Lettura a Paese Sera, da L’altra letteratura a Il Messaggero, da Il Corriere dello Sport, con un racconto in cui ha confessato la sua passione per il baseball, a Donna Moderna. E poi l’innegabile piacere di ritrovare il ritmo della sua scrittura, l’alternanza tra l’io narrante e Sarti Antonio, i personaggi come l’agente Felice Cantoni e la sua adorata auto 28, l’ispettore capo Raimondi Cesare e la Biondina. Il tutto calato in una Bologna violenta, cruda, a volte travolta dagli avvenimenti, privati e sociali, politici. Una città in cui Sarti sembra in balìa delle storie, della loro casualità, con effetti farseschi, spesso umoristici, ma con il passare degli anni il questurino appare più duro e le storie assumono contorni più amari, che si alternano tra la satira feroce e la vera e propria denuncia sociale e politica.
Imperdibili due autentiche chicche.
La prima è il racconto “Hanno ucciso Oreste Del Buono”, che in questa raccolta compare nella versione originale, molto poco conosciuta, pubblicata nel 1997, quindici anni dopo la prima volta. Il racconto è ambientato alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna e fu pubblicato nel 1982 su un settimanale con il titolo “L’assassino è al telefono”. Nel testo era numerosi i riferimenti alla battaglia che in quegli anni Macchiavelli combatteva per dare dignità a un genere troppo bistrattato da critica e editori. I redattori della rivista pensarono bene di metterci le mani, cambiando Oreste Del Buono in Dottor Oresti e intervenendo addirittura nel finale.
La seconda è il racconto finale del libro “Grida, bestemmie e lamenti”. Si tratta di una versione rielaborata e inedita dei capitoli 11-14 del romanzo “Sgumbéi”. E basta così, perché non è il caso di svelare di più.

Michele Marolla

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