Il romanzo di Gianluca Barbera è uno spaccato dell’Italia che fu, quella della Prima Repubblica ossia di quel sistema di collusione tra gli interessi privati e il sistema politico che era prossimo a disintegrarsi con l’inchiesta di Tangentopoli.
La famiglia Ferruzzi era in quei tempi tra le più influenti in Italia: partendo dalla provincia e da quella Ravenna sconosciuta ai radar delle principali piazze finanziarie ed economiche mondiali, era riuscita a costruire un impero che si estendeva dagli Stati Uniti al Sudamerica, dalla Russia a, ovviamente, il Bel Paese dove era leader nei settori dell’agroalimentare, della chimica, delle costruzioni, dell’edilizia e dell’editoria (Messaggero e Rcs Corriere della Sera, per fare un esempio).
Un impero che al culmine del suo potere perse il suo fondatore in una disgrazia aerea e che vide un uomo (già inserito nella famiglia) a prenderne le redini: Raul Gardini. Personaggio eccentrico e dal carattere aggressivo (sopratutto negli affari) che non guardava in faccia a nessuno. E che con la politica e i poteri forti di allora (leggasi Cuccia di Mediobanca) non riusciva a legare. Anzi, ne provava una profonda ripugnanza.
Il romanzo ‘L’ultima notte di Raul Gardini” viene raccontato da un giornalista, Marco Rocca, che si è prefisso di scrivere un libro su questa storia tutta italiana. Scrivere di un corsaro della finanza (come era soprannominato Gardini) sulla quale morte è calato un alone di mistero: che si sia trattato davvero di un suicidio? Il giorno dopo Gardini era atteso in procura da Antonio di Pietro per un interrogatorio che, forse, avrebbe reso ancor più tragica l’evidenza del sistema deviato e fraudolento delle mazzette e dei miliardi passati di mano per piaceri politici.
Un giallo pieno di colpi di scena dove la stessa vita del protagonista subisce scossoni e schiaffi in pieno viso: anche dalle persone che ama di più. Un romanzo che è una cronistoria di un’epoca molto importante per il nostro Paese; un libro che coniuga giallo e storia vera con grande perizia.
