Dopo aver letto questo romanzo guarderò Venezia con occhi diversi. Scrivo da veronese e da cittadina del giallo che si è lasciata prendere, trascinare e gettare narrativamente in una perla veneta che il mondo ci invidia. Ma che nelle pagine di Fulvio Ervas palpita, si indigna, chiede aiuto e comprensione.
Nel nuovo romanzo edito da Marsilio “L’insalvabile”, la città lagunare appare invasa dai turisti, da comportamenti menefreghisti e divorata da dentiere foreste, fotografate dal sito di denuncia “Pantegania”. Ma, forse, ci fa capire Ervas, non sono questi i problemi che la rendono avviata verso il declino, dal momento che sono patrimonio di ogni città dal fascino internazionale.
Per scoprirlo lo scrittore, balzato alla notorietà con la serie dell’ispettore Stucky, orchestra una trama gialla che, passo dopo passo, scoperchia falsi miti e luoghi comuni con maestria consumata.
Protagonista è la viscerale ispettrice Luana Bertelli, incaricata di scoprire chi ha ucciso Tommaso Vianello, un ricercatore universitario noto per il suo attivismo contro il degrado della città. Il cadavere senza vita del giovane viene inspiegabilmente ritrovato a galleggiare nelle acque lagunari con addosso un collant da donna e suscita una miriade di interrogativi. Affiancata da un’equipe che include l’efficiente agente Marchiori e il burbero commissario Finzi, la Bertelli ha fama di bisticciare spesso con l’ispettrice Pellegrini per acquisire un ruolo da primadonna e batte ogni possibile pista con la determinazione di un bulldozer.
Come ogni personaggio chiave della narrativa gialla contemporanea, Luana non è integerrima ma ha un segreto da nascondere. Un dolore ancorato al suo passato e una molla interiore capace che non le fa fare sconti e la spinge oltre, ove la burocrazia suggerirebbe di non avventurarsi. Sino a mettere a repentaglio la sua vita.
Tutto nel giallo parla di Venezia, al punto che il lettore si trova catapultato in laguna e vede, sente, tocca con mano una peculiare atmosfera che ammanta anche le descrizioni di alcuni personaggi: Mariolina le fa tornare alla mente Dora Emo, quel tipo di donne che sono come i pali infissi in laguna, senza i quali si perde la direzione.
In questo modo la trama gialla, narrata dal punto di vista della Bertelli, diventa un modo per stimolare provocatoriamente il lettore a interrogarsi sul bene e sul male, sulla decenza e sull’oscenità, sull’arte e sugli artifici. Ma, soprattutto, su quello che si vede e quello che affonda o merita di affondare nella torbida oscurità delle acque lagunari.
Il buio a Venezia rimane ingabbiato tra muri e selciati e non riesce a divincolarsi; avanza per linee, svolte, porteghi, e viene colpito, se non ucciso, da luci improvvise, lampade, lampadine, insegne.
Alla luce di tutto, L’insalvabile è il ritratto in chiave poliziesca di una Venezia intima, sconsolata, bipolare. Alla ricerca di una nuova identità.