Anna Heymes ha un problema. Nella sua vita perfetta e borghese di moglie di un alto funzionario della Polizia tutto sembra perfetto.
Tranne il fatto che le capita, sempre pi spesso, di non riconoscere il volto delle persone a lei pi vicine, primo fra tutti quello di suo marito. Per indagare le origini della sua malattia si sottopone a complessi esami neurologici in un ospedale militare.
Scopre che la sua mente non lavora come dovrebbe. Forse ha una lesione e sta diventando pazza. Anna deve sottoporsi a una biopsia. Ma l’idea dell’ago che penetra nel suo cervello la terrorizza.
E allora, come molti pazienti delusi dal neurologo, salta il fossato e si rivolge ad uno psichiatra. Anzi, ad una psichiatra: Mathilde Wilcrau. Fragile, nervosa creatura dalle labbra color papavero.
Parallelamente, due poliziotti indagano su una serie di omicidi nella comunit turca di Parigi. Tutte le vittime sono giovani donne, stessi capelli rossi e stessa taglia abbondante. Tutte senza permesso di soggiorno.
Ombre di passaggio in cerca di una stagione migliore, sfruttate come operaie e costrette a vivere al limite della sussistenza. Le vittime sono state massacrate barbaramente, sfigurate secondo un macabro rituale. I due sbirri che svolgono le indagini non potrebbero essere pi diversi. Il giovane Paul Nertelaux, l’uomo che crede nella Giustizia immacolata, e Jean-Louis Schiffer, detto il Cifra, un uomo duro, ambiguo, avvezzo a metodi brutali.
Le due storie convergenti si snodano in una Parigi cupa, battuta da un pioggia che sembra nascondere ogni elemento in un’atmosfera liquida. Un susseguirsi serrato di colpi di scena disvela una verit inquietante: dietro agli efferati omicidi non c’ la mano di un singolo uomo, ma si cela una setta estremista, i lupi grigi. E Anna scopre di avere un legame intimo, un legame di sangue, con questa organizzazione.
La scrittura di Grang, autore di grande successo e noto al grande pubblico per il best seller I fiumi di porpora, uno spettacolo, una visione.
Anche grazie alla sapiente traduzione di Alessandro Perissinotto, il lettore viene avvinto da una prosa intensamente evocativa, trascinato in un incessante gioco di suggestione ipnotica.
Ogni pausa descrittiva perfettamente misurata per non togliere ritmo all’azione. L’incalzare del climax tensivo anche favorito dal cambiamento del setting narrativo che ci porta da una Parigi inedita, quasi bicefala (da una parte quella borghese dei caff e dall’altra quella oscura e sotterranea del quartiere turco), fino al languido splendore di Instabul e ai ghiacciai dell’Anatolia.
Un thriller di grande livello, capace di regalare emozioni intense.