Marco Magnone
Misteri d’estate
Piemme
Opportunamente, la benemerita collana Giallo e Nero ha confezionato una raccolta di sei brevi racconti per facilitare la lettura dei ragazzi in vacanza tra uno svago e l’altro. Apre Marco Magnone – che è anche curatore della silloge – con Tutto bene, Cosmo? (in realtà Cosimo Vacca, cognome storpiato spesso dai compagni di scuola sostituendo V con C – e meno male che non è femmina, immaginate un po’…). Comunque si capisce subito il tono comico fino al surreale di una storia in cui il nostro diciassettenne con l’amico Ago (Agostino, conosciuto al riformatorio) vuole rubare un savannah, ibrido tra un gatto e una specie di leopardo, insomma un bel micione di 10-15 chili, e non per fare soldi, ma per una romanticheria. Un casino dietro l’altro.
Le tre principesse di Sara De Martino ha un andamento fiabesco, ma intrecciato con il vecchio e sempre funzionante topos del delitto della camera chiusa, di cui fa le spese un principe lunatico e crudele che ha convocato a corte le tre donzelle per sposare quella capace di superare le debite prove. Le principesse si accusano tra loro. Allora il re ordina a un tremebondo consigliere di trovare il colpevole entro l’alba, ma il medico di corte sussurra l’imbeccata giusta, sebbene sibillina: “Esistono veleni che non lasciano segno alcuno, come certi sogni al risveglio”. Ha un (sotto)fondo politico (mica tanto sotto) e facile da avvicinare a vicende dei nostri giorni Sodio di Alessandro Gatti, autore affermato e apprezzato, in cui le accuse reciproche di brogli tra i due candidati nelle elezioni rischiano di precipitare il Paese nel caos: “c’era un sacco di gente incupita e risentita” (dice niente?). Per cui l’Alta Corte decide di affidare all’ integerrimo Alto Giudice, ora in pensione, la soluzione della controversia. Ma anche lui viene trovato morto nel suo studio chiuso dall’interno. Insomma, una “brutta storia di omicidi politici, servizi segreti”. Invece, il giallo si copre di ombre soprannaturali in La collana. Dove Silvia, al difficile passaggio tra l’infanzia dei giochi e una terra incognita, indaga con gli amici sulla scomparsa di un bellissimo e prezioso gioiello, finché ha un’intuizione geniale: per annullare il potere di un oggetto malefico, bisogna usarlo per fare qualcosa di buono. Ma, “se non credete ai fantasmi, non avete capito niente di questa storia” – e, si potrebbe aggiungere, non conoscete l’autrice del racconto, Loredana Lipperini.
Un altro tra i maggiori scrittori per ragazzi, Davide Morosinotto, con E morirono tutti fornisce il più bel titolo – forse anche il più bel racconto – tra i sei, un mistery in piena regola: sei alpinisti, giovani e adulti, sorpresi da una gelida bufera in montagna, vengono ritrovati uccisi. Dodo vorrebbe fare giustizia del killer dei due fratelli maggiori, ma dopo un sopralluogo sul posto del massacro stupisce i carabinieri: “Io so chi è l’assassino. E non è chi pensate voi”. L’ultimo racconto, Starless, è inquietante come una storia horror, genere o comunque registro che ben si addice a Lucia Perrucci e che emerge fin nella prima pagina, quando la dodicenne protagonista si chiede se “i suoi genitori avevano ucciso qualcuno”, come le aveva fatto capire la nuova e strana amica nata in una notte senza stelle. E a volte sussurri soffocati le giungono di notte di là del muro: “Lo capirà”, “Non è detto”. Capirà, capirà. Da 12 anni