Secondo capitolo dell’avventurosa saga di Marco Pellegrini ventisettenne studente fuoricorso da anni a storia antica all’università di Bologna con il pallino del passato, il cocco del defunto professor Melara buon anima sempre pronto o almeno pare a fare capolino dall’aldilà per dargli un scappellotto o una mano a scelta… Beh, guardate un po’ invece com’è finita..
Iscritto a sua insaputa, dal padre, al concorso per vigile urbano di Montersperso, ridente paesino della Valrubia l’ha superato con un battere di ciglia e zac… Insomma Marco Pelligrini in qualche modo si è sistemato con un lavoro fisso ma privo di gloria al natio paesello di Montesperso, incastrato tra i calanchi del’Appennino Tosco/Emiliano (residenti fissi, duemiladuecento anime, con età media spostata verso i cento, insomma quasi Guinness dei primati). Il primo vigile urbano poliziotto-tuttofare della zona che vuol dire balia degli scolari, corriere dei medicinali per dottore e veterinario e ufficiale di collegamento con il vicino e ridente borgo di Vallettano, sede del presidio dell’Arma, ecc. ecc e badante di nonno Gualtiero, ottantenne che, come i compaesani, dedica parte delle sue giornate, quando non piove, alla ricerca di cimeli della Linea Gotica assieme al suo cane, glorificato dal nome Patton, un bastardo puzzolente, detto anche Generale. La caccia ai cimeli della II Guerra Mondiale da rivendere poi al mercato nero è quasi l’unica cosa da fare, a parte giocare a carte, e lo sport preferito della zona. Insomma, una vita forse troppo tranquilla, salvo la frizzante presenza della procace sindaca Amati, che sogna per Montesperso l’exploit di attrazioni turistiche e alcuni occasionali incontri, rigorosamente per lavoro, con la bella marescialla Mastrocuoco che comanda i carabinieri di Vallettano. Ok dimenticavo: gli appuntamenti gastronomici con il vecchio gruppo di amici d’infanzia e, unico diciamo trastullo fuori ordinanza la presenza e il conseguente segreto patto di amicizia con famosissimo scrittore di best seller, Diego Di Sio, nascosto in strettissimo incognito nella splendida ma trascurata quattrocentesca villa Ricciardi che appartiene a un celebre chirurgo. Fraterno amico chirurgo irrintracciabile, perché indefesso lavoratore che vive e opera negli Stati Uniti. Ricordiamo poi, dal primo capitolo della saga, la fortunosa e non priva di rischiose incognite scoperta da parte di Pellegrini della Caverna segreta della sedicesima, centrata da un obice alleato nel lontano 1944 che ha regalato a lui e a Montesperso il sapore delle prime pagine e una bella visibilità. Causa incidentale dunque ma anche occasione d’oro che ha dato modo alla sindaca di strappare ad altri siti appenninici l’onore di ospitare il Gothic Line Festival, l’evento che chiuderà in gloria l’estate montespersana. Insomma, la pace sta per finire.
E poi come se non bastasse proprio in vista del Gothic Line Festival, la squadra di sorveglianza urbana del borgo di Montesperso, si è allargata. Non solo è stato, secondo la dogmatica volontà di Adelmo Grandi capo della locale polizia, ufficializzato l’ingresso in organico del cagnaccio Patton, l’unico agente che fa la contravvenzione con i denti, ma come rinforzo a due zampe secondo il protocollo scuola lavoro è stato ingaggiato, Lollo Parmeggiani, un bambinone diciottenne che non fa un passo senza gli airpods. Servono più risorse per smistare i prevedibili ingorghi di automobili e affrontare al meglio l’ambita manifestazione storica. Manifestazione storica che all’ultimo momento pare sia riuscita a rimediare persino un ospite d’onore nella persona di Philip Wilkins nipote di un eroe di guerra britannico, ospite che naturalmente Marco dovrebbe ricuperare con armi e bagagli all’aereoporto la sera stessa della cerimonia di Inaugurazione del Festival.
Ma appena la sua amatissima ex fidanzata Elena, ricercatrice di storia rinascimentale, gli telefona appena sbarcata da un aereo proveniente dall’Inghilterra con la richiesta di andarla a prendere alla stazione di Bologna, Marco il romantico comincia a sognare. Ma saranno brevi sogni tuttavia e ben presto impastati di tragedia perché ,poco dopo l’arrivo… la sua ex finisce sotto un altro treno. Ahi! Indagine, interrogatorio con la polfer e il tempo…mentre gli ballano in testa le poche parole che è riuscito a scambiare con Elena decisa a farsi accompagnare da lui perché doveva assolutamente parlare con la massima urgenza con Don Micio, il parroco polacco di Montesperso. La morte di Elena farebbe pensare a un suicidio… Ma perché ? E poi Marco … cavolo (che sta per una parolaccia), si è persino dimenticato dell’ inglese da ricuperare all’aeroporto e alla fine, come se non bastasse arriva persino tardi all’inaugurazione del Festival. Naturalmente mal gliene incoglie . Il traffico di Montesperso, affidato solo a Lollo, è in tilt. Il suo capo è una belva, tanto che riesce a fatica a calmarlo, raccontandogli il dramma della morte della ragazza e per sua fortuna l’inglese ospite d’onore arrivato con mezzi propri, si è messo all’opera e da bravo nipote di soldatino munito di paletta, ha provveduto a dirigere il traffico al posto suo.
Poi è salito sul palco e fatti i saluti di pragmatica oltre a corteggiare con disinvoltura la bella sindaca Monica, si sta rivelando un intrattenitore sopraffino. Insomma, tutto il pubblico è in brodo di giuggiole. Mentre Pellegrini tenta invano di riprender in mano la situazione, poi di ritirarsi un po’ su e raccapezzarsi, un’altra rogna gli arriva sulla testa. Diego di Sio ha bisogno di aiuto perché Elsa, giovane borgatara romana neonazista, incinta di suo figlio Cosma, si è presentata a Villa Ricciardi decisa a restare. Dalla padella nella brace direte e non sarete tanto lontani. Perché dopo il funerale di Elena anche il suo ultimo fidanzato si butta dalla finestra… o almeno pare e in più ci sarebbe stata una misteriosa effrazione in canonica, Insomma un falso tecnico avrebbe pasticciato con il computer di don Micio da cui è sparita una mail che veniva dall’Inghilterra…
A Marco Pellegrini non resta che cercare di tirare fuori le gambe e preferibilmente la pelle da un situazione secondo gli inquirenti, locali e no, dovuta forse solo a una serie di incidenti e coincidenze. Epperò invece per lui, il James Bond locale, gatta ci cova.
Insomma volente o nolente finirà con andarsi a cacciare in una storia strana e molto pericolosa che allunga i suoi tentacoli fino alla facoltà di Storia rinascimentale di Faenza e par voler risalire nel tempo addirittura fino a 1502, per la zona epoca del ducato della Romagna governata ma guarda un po’ da Cesare Borgia. E così saltellando avanti e indietro nel tempo e nello spazio addirittura tra la Romagna e l’Inghilterra si dovrà trovare per forza una qualche via d’uscita. Una specie di miracolo? Ma? Chissà? Perché a Monteperso si sa, fatti i conti, tutto potrebbe diventare realtà.
L’eredità dei Borgia – Lia Celi e Andrea Santangelo
Patrizia Debicke