Fabrizio Silei – scrittore per ragazzi e non, più volte vincitore del premio Andersen (2012 e 2014) ma anche sociologo, artista e grafico – dopo Trappola per Volpi (Giunti 2019) torna con un nuovo caso per l’investigatore contadino e antifascista Pietro Bensi e per il giovane commissario Vitaliano Draghi, suo protetto.
Siamo nell’inverno del 1937, a Firenze, in piena epoca fascista. L’inedita coppia di investigatori questa volta deve fare luce su due morti avvenute alla Certosa del Galluzzo: il priore viene ritrovato avvelenato nella sua cella, poco distante da uno sconosciuto ospite, a sua volta barbaramente ucciso all’interno del convento.
L’indagine si indirizza verso una casa di appuntamenti rinomata, frequentata dalla Firenze altolocata, quella dell’élite nobile, dei borghesi arricchiti, dei camerati fascisti e della classe dirigente. Poco dopo, anche la tenutaria, Madame Saffo, viene trucidata. Il mistero si infittisce e il commissario Draghi si fa coadiuvare dalla mente brillante di Pietro, che saprà suggerirgli la pista giusta ma anche guidarlo nel tentativo di trovare pace nella sua sfera privata. Vitaliano Draghi è segretamente innamorato della contessina Nausica, figlia del conte presso cui Pietro lavora come fattore. Le distanze sociali fra Nausica e Vitaliano sembrano insormontabili e solo la saggezza di Pietro riuscirà a guidare il giovane commissario verso la soluzione del caso e la realizzazione dei suoi sentimenti.
Questa volta però Pietro dovrà affrontare e imparare a gestire il suo più grande nemico: la rabbia inespressa che lo coglie e tenta di soverchiarlo quando è posto di fronte alle ingiustizie.
Il romanzo è corposo ma scorre in maniera agevole: si apprezza l’affresco sociale che Silei riesce a dare della Firenze fascista e più in generale dell’Italia del Ventennio. Sono gli anni delle squadracce, dei picchiatori, dell’Ovra che spia le attività sovversive, della presa di coscienza dei limiti e della brutalità del Regime.
I personaggi sono ben caratterizzati, non solo i protagonisti ma anche il carosello di comparse che li affianca. Particolarmente riusciti sono i dialoghi, brillanti e a volte irriverenti rispetto al potere costituito, in cui emerge la vena umoristica dell’autore che ha voluto raccontare – con accuratezza – una pagina della nostra Storia anche attraverso la saggezza degli umili.
Il libro in una citazione:
“Non devi aver paura Pietro. Non puoi scacciarla, devi accoglierla e amarla la tua rabbia. Trasformarla in qualcosa d’altro. Qualcosa di positivo, di buono”