La pazienza del diavolo – Maxime Chattam



Maxime Chattam
La pazienza del diavolo
Salani
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Se qualcuno considera Maxime Chattam lo Stephen King europeo, leggendo “La pazienza del diavolo”, Salani Editore, non resterà senza dubbio deluso. Un thriller mozzafiato, un labirinto del male dove ad ogni angolo è lecito spaventarsi, provare paura e orrore al tempo stesso. Perché se Parigi, la Francia, non sono di sicuro coprotagonisti del romanzo, l’atmosfera che l’autore francese riesce a creare è qualcosa per certi versi irreale e spaventoso.

Protagonista di questa storia che costringe il lettore a digerire le vicende nel vero senso della parola è Ludivine Vancker, tenente della gendarmeria francese: alle prese con la metabolizzazione dell’epilogo di una precedente indagine, si trova catapultata in una serie di vicende apparentemente scollegate tra loro. Si spazia dal traffico di pelle umana per arrivare ad una strage in un ristorante, quindi su un treno dell’alta velocità per proseguire con una serie di morti causate dalla….paura. Le vittime? Scelte a caso. Gli assassini? Ragazzini, tossici, padri di famiglia, commessi del supermercato. Tutte queste morti, almeno in apparenza, sembrano essere casi isolati, senza un filo conduttore, prive di una fioca luce da seguire per trovare il bandolo della matassa. Ludivine insieme alla sua squadra si metterà a capo dell’Unità 666 appositamente costituita per riuscire a mettere insieme le tessere di un puzzle che sta generando paura e violenza in tutta la Francia: servirà la sua ossessione verso il lavoro, la sua insistenza nell’andare oltre le apparenze, il suo disprezzo per il rischio che le fa mettere a repentaglio la sua vita in più occasioni per trovare indizi, errori, raccogliere le sfide tra se stesso e il grande burattinaio che sta impersonificando nientemeno che il diavolo. Chattam apre le porte del male negli uomini: non come una deviazione della personalità ma piuttosto come la scoperta di una parte di ogni persona, come se un angolo di ogni animo potesse scatenare il male più crudele che ci possa essere. Tradotto: tutti possono essere gli assassini e non sempre deve servire un movente.

In una Francia in cui ogni persona sembra poter divenire un killer, l’Unità 666 con un finale pirotecnico costringerà il lettore a scendere quasi a patti con il diavolo per condannarne le azioni cercando però di comprenderne le motivazioni; un sottile gioco di equilibri condotto da Ludivine, talmente centrata sul suo lavoro da creare automaticamente una barriera con il lettore: un’eroina decisamente sui generis per cui è inevitabile tifare anche senza provare quell’impagabile empatia che può regalare un personaggio così non perfettamente definito nelle sue idee e nelle sue abitudini.

La pazienza del diavolo mette il lettore di fronte ad un punto di vista molto particolare: il confine tra bene e male, tra ordine e disordine, tra ciò che è e ciò che sembra, non è sempre ben definito. E servirà lottare con Ludivine fino all’ultima pagina per riuscire a schierarsi fino in fondo.

Daniele Bonetti

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