Definire l’ultimo lavoro di Gioacchino Criaco, La maligredi (Feltrinelli ed), un romanzo duro o di denuncia sarebbe raccontare solo una parte della storia. È anche una storia di speranze, anche se deluse, e d’amore. Anche le storie più oscure possono custodire il sentimento e in questo caso si tratta dell’amore e della devozione delle madri. Le madri di Africo, della Locride, ma che potremmo definire del Meridione. Sono le donne che hanno tentato di opporsi a quella maledizione che ha poi rapito le anime di molti dei loro figli consegnati per bisogno o per cattiva ambizione al mondo dei malandrini.
Il racconto di Criaco parte nella Locride degli anni ’70, nasce da un paese senza nome, senza stazione e senza uomini. Povertà e emigrazione hanno lasciato il centro povero di giustizia e padri. I 3 ragazzi che l’autore usa per narrarci questa storia di sangue e lotta sono 3 africoti: Nicola, Filippo e Antonio. La maligredi è anche la storia della loro amicizia estrema, loro rappresentano altri mille come loro cresciuti tra dritti e malandrini. I ragazzi sono affascinati da quel mondo di soldi facili e rispetto. I 3 africoti disprezzano gli sbirri e la giustizia almeno quanto queste disprezzano loro. Poi però qualcuno mostra un’alternativa, forse queste anime si possono salvare e non abbandonarsi al buco nero delle ‘ndrine.
Le pagine di questo romanzo racchiudono la fiaba della rivoluzione anarchica della Locride, un movimento leggendario che negli anni ‘70 aveva portato con sé tante speranze. Come ogni ribellione senza successo però è stata anche la causa della perdita di prospettive, di quello scoramento che può portare i più a lasciarsi guidare dallo sconforto e dalla sensazione che non resti altro che abbandonarsi ai peggiori istinti.
Criaco mette molto in gioco con questo nuovo libro, c’è la sua storia, ci sono le vicende dei tanti Nicola, Filippo e Antonio che potrebbero tranquillamente essere amici d’infanzia dello scrittore o lui stesso. E poi ci sono le madri, quelle donne abbandonate da uomini lontani e da una mancanza di aiuto. Le madri del gelsomino, come le chiama l’autore, sono il solo personaggio completamente positivo di questa storia. Sono loro che partono quando il sole non ha ancora neanche immaginato di sorgere, perché sono loro il sostegno della famiglia in terre derubate di uomini dall’emigrazione.
La maligredi è un libro ispirato da fatti reali: la ribellione di nichini e donne nella Locride ci fu. Papula l’uomo che fece nascere anche nei più disperati un moto di speranza è stato plasmato sulla figura di Rocco Palamara, anarchico autodidatta, e dei suoi fratelli. La scrittura di Criaco rende il dolore di chi in quella vita ha creduto e di chi in quel cambiamento c’ha sperato, e probabilmente continua a crederci. Il libro porta con se il fascino della fiaba e del riscatto. Riscatto dopo lo sradicamento.
Per chi non conosca le vicende di Africo nuovo forse la parola sradicamento potrebbe risultare incomprensibile. Nel 1951 un’alluvione e un’emergenza creata un po’ a tavolino hanno portato un popolo di montagna, dell’Aspromonte, giù fino al mare e ha deciso che la loro nuova casa doveva essere nella baracche sulla litoranea. E i pastori si sono trovati senza pascoli e il treno pronto per portarli in Belgio, Germania e ovunque ci fosse lavoro.
Si potrebbe leggere La maligredi come un romanzo sulla formazione della ‘ndrangheta? Ne ha tutti gli elementi e per ammissione stessa dell’autore è insieme il prequel e il sequel di Anime nere, il libro che ha mostrato dove siano arrivati gli spiriti perduti di quei giovani che hanno preferito i soldi facili alla morale. Criaco racconta il momento esatto in cui il Meridione è stato abbandonato nelle mani dei malandrini e dei padroni. Ed è stato anche quello il momento che ha aperto la strada a tutta l’oscurità che ha avvolto Nicola, Filippo e Antonio.
La domanda vera che vi risuonerà in testa quando arriverete in fondo alla lettura di questo romanzo sarà: chi ha vinto? L’interpretazione starà a voi. Per voi Papula e i suoi sogni anarchici sono falliti o dormono sotto cenere?
La Maligredi
Eleonora Aragona