Per la gioia dei lettori, ne « La Spia Inglese », Gabriel Allon torna sulle scene con una quindicesima, pericolosa missione. Dal 2000 ad oggi, tra nuovi nemici e vecchi conti da saldare, quanto e come è cambiata la spia israeliana ?
Non avevo intenzione di scrivere una serie su Gabriel Allon. Doveva apparire in un libro soltanto ed invece si è trasformato in un personaggio seriale. Avendo un personaggio israeliano, un personaggio ricorrente, è ovviamente un’arma a doppio taglio. Israele è estremamente impopolare nel mondo di oggi. C’è un forte sentimento anti-israeliano, una marea crescente, sinceramente, di antisemitismo nel mondo, soprattutto in Europa occidentale. Ma allo stesso tempo, questo rende il personaggio e le storie interessanti e dà loro un proprio tono ed un proprio mood.
Ma devo precisare una cosa. Sai, le persone me lo chiedono sempre: “Bene, quando Gabriel dice questo, è questo è quello che pensi tu?” … E la risposta è no, non necessariamente. Loro sono quello che sono. Lo sai, Thomas Harris [l’autore de Il silenzio degli innocenti] ha scritto un libro su un personaggio cannibale e dubito che qualcuno gli abbia mai chiesto, tipo “A te piace mangiare la gente?”
Quanto pesano la realtà ed il lavoro di documentazione nel tuo approccio alla scrittura ?
Il mio ultimo lavoro nel campo del giornalismo è stato nell’ambito dei notiziari televisivi. Ero produttore esecutivo di un’unità alla CNN che produceva tutti i talk show politici –circa 15 programmi alla settimana. Era un lavoro duro. È a quel punto che ho iniziato ad alzarmi alle 5 della mattina ed a lavorare al manoscritto. Era qualcosa che avevo sempre voluto fare, ero preparato per farlo da tanto tempo, era soltanto questione di prendere l’impegno. E penso che sono sempre meravigliato quando persone molto giovani scrivono dei racconti. Io non mi sentivo pronto per provarlo fino almeno a quando ho compiuto trent’anni.
Le strade affollate di Londra ed i quartieri della pericolosa Belfast sembrano uscire dalle pagine del libro, accogliere il lettore sui loro marciapiedi e divenire esse stesse protagoniste delle vicende. Conosce personalmente tutti i luoghi dell’azione? Quanto conta l’ambientazione in un suo romanzo ?
Io faccio ricerca e leggo costantemente. È una cosa ardua e faticosa, viaggiando per tutta Europa con la mia famiglia..
Provo a viaggiare in ogni posto dove si svolgono i miei libri e faccio un esorbitante numero di letture riguardo a quei posti che invece non posso visitare. Per esempio, sono stato fortunato ad avere un tour privato degli ex quartieri generali del KGB a Mosca e provo a percorrere ogni strada di cui scrivo. Detto ciò, non ho però molto tempo scrivendo un libro all’anno.
Uno dei characters più forti e carismatici è certamente il supervillain Eamon Quinn. Lo stragista, al soldo del miglior offerente, sembra infatti incarnare tutti i dolori passati e le paure presenti dei protagonisti positivi. Quanto è difficile pensare e costruire un personaggio negativo così sfuggente e credibile ?
Eamon Quinn era un membro dell’esercito repubblicano irlandese che orchestrò alcuni degli attacchi più distruttivi, soprattutto a Londra. A fine anni Novanta si è unito ai dissidenti Real IRA e ha compiuto il più mortali degli attentanti nella storia della guerra dell’Irlanda del nord – il bombardamento di Omagh nell’Agosto del 1998 che ammazzò ventotto persone e provocò 200 feriti. In seguito all’attacco, come una difficoltosa pace [tregua] si stabilì nel Nord Irlanda, Quinn cominciò a vendere i suoi segreti riguardo alla produzione di ordigni sul mercato internazionale. Ha costruito ordigni mortali e mine anticarro per gli iraniani e Hezbollah, e ha vissuto sotto la protezione di persone quali Mu’ammar Gheddafi e Hugo Chàvez.
Eamon Quinn è un frutto dell’immaginazione, ma sfortunatamente il suo curriculum è ispirato da eventi realmente accaduti. Dopo la guerra in Nord Irlanda, un numero di veterani dell’IRA avevano realmente venduto le loro competenze al miglior offerente. E uno dei paesi che li assoldò fu la Repubblica Islamica dell’Iran. È tristemente ironico il fatto che, molti soldati inglesi in servizio nell’Iraq del suo hanno dovuto avere a che fare con ordigni tali e quali a quelli che l’esercito inglese aveva dovuto affrontare per la prima volta nel Nord Irlanda.
In un mondo dell’intrattenimento dalla memoria cortissima, Allon è arrivato al quindicesimo anno di una saga dal successo internazionale. Da scrittore, qual è il suo rapporto con la serialità e la vita letteraria delle proprie opere e dei suoi personaggi ? Avremo mai modo di vedere Gabriel Allon sullo schermo di un cinema o di una televisione ?
La verità è che abbiamo proposte dai produttori ogni settimana. Ma devo confessare che quando si parla di Gabriel e la sua squadra, sono molto pignolo. Se da una parte amo i film e molti lettori mi hanno detto quanto cinematografici siano i libri, io voglio essere sicuro di trovare il giusto regista, sceneggiatore ed attore. Dunque fino a che qualcuno non mi convincerà del tutto, io credo che sia meglio lasciare Gabriel fra le pagine del libro e nell’immaginazione del lettore.
A quando la prossima avventura della spia più brava del mondo ? Leggeremo ancora di Allon ?
Certamente, a luglio è stato lanciato negli Stati Uniti ‘’The Black Widow’’.