Appena uscito nelle librerie italiane per Corbaccio, “La trappola di Melanie Raabe, si preannuncia come un grande successo: già venduto in oltre 15 paesi e con un’opzione per i diritti cinematografici. Abbiamo incontrato l’autrice a Milano per la presentazione del libro.
Melanie, come è nato il libro?
Gli spunti per una storia arrivano inaspettatamente. Una sera ero con un’amica a cena e il discorso è caduto su una scrittrice che da anni non esce di casa. La storia mi ha colpito e da subito ho avuto l’idea di svilupparla in un romanzo. Il nome della protagonista è stato subito “Linda”, non si sarebbe potuta chiamare in altro modo per me e la sua immagine, in casa per molti anni, era un’idea molto cupa che regalava molti spunti narrativi e una storia piena di tensione: capire perché non uscisse di casa, immaginare cosa avrebbe potuto portarla a lasciare la sua “prigione” o anche il contrario, come avrebbe potuto far arrivare “il nemico” dentro casa per combatterlo.
So che, sogno di molti scrittori, il romanzo è stato acquistato ancora prima di essere terminato. Questo ti ha causato particolari pressioni o ansia?
Sì, è vero, il romanzo è stato acquistato sulla base si una ventina di pagine che la mia agente aveva presentato all’editore.
Lo stesso editore che in precedenza aveva rifiutato un altro mio libro. A essere sincera, non ho avuto particolari paure, anzi, questa cosa mi ha dato ancora più slancio e energia per terminarlo.
La storia era già tutta nella mia testa,sapevo cosa volevo raccontare, avevo uno schema preciso già in mente, e più che ansia provavo eccitazione all’idea di presentare la mia storia ai lettori.L’ho terminato in circa sei mesi. La parte più complessa è stata probabilmente l’alternare i due tipi di scrittura presenti nel romanzo. Una parte è in prima persona, e ho quindi dovuto immedesimarmi nella protagonista e seguire il suo flusso di pensieri, l’altra invece è un ” romanzo nel romanzo”. Anche per questo motivo, pur avendo in mente una scaletta precisa, non ho scritto i capitoli sempre in ordine cronologico, ma concentrandomi alternativamente prima su una parte e poi sull’altra, perché ” il libro nel libro” era più complesso e richiedeva una scrittura diversa.
Hai dei modelli letterari? Che tipo di lettrice sei?
Sono una grande lettricre, da sempre. Adoro leggere e sono onnivora, non ho un genere preferito, così come non posso dire di avere dei modelli letterari precisi. Quello che è certo, è che nella mia testa sono impresse le voci di tutti gli autori che ho letto e, sicuramente, anche in modo inconscio, qualcuno mi ha influenzato più di altri. Credo che tutti siamo un mix delle letture fatte.
Ho scritto un thriller, ma non è stata una scelta fatta a priori, è l’idea che ho avuto che ha trovato la sua naturale espressione in questo genere. Non posso nemmeno affermare che in fututo scriverò solo thriller, tutto dipenderà dall’idea, dagli spunti. Da lì partirò e vedrò che sensazioni e emozioni mi genereranno, e dove mi porteranno.
I quattro libri precedenti che avevo scritto,mai pubblicati, non erano thriller, invece lo sarà il prossimo già in lavorazione che sarà uno psycho-thriller. Poi non so…
Certo, devo ammettere che con “la Trappola” mi sono divertita, mi piace immaginare il tipo di reazione che la mia storia può suscitare nel lettore, cercare di stupirlo e sorprenderlo con improvvisi cambi di prospettiva,con inattesi colpi di scena, mantenendo la tensione sempre alta. E’ quello che cerco io in questi libri e quindi è quello che ho cercato di dare. Non so se ci sono riuscita, ma ci ho provato.
Cosa pensi di un certo snobismo ancora esistente verso le donne scrittrici di gialli?
E’ vero, spesso la scrittua al femminile viene un po’ sottovalutata, ma credo che questo cliché nel tempo tenderà a sparire, perchè secondo me non esiste nessuna differenza tra un autore e un’autrice. Il valore è tutto nella penna dell’autore e nel libro.Ritengo anche che un buon autore possa tratteggiare egregiamente una protagonista femminile, così come io credo non avrei nessun problema a immedesimarmi in un personaggio maschile.
Per anni il noir,il thriller e il giallo sono stati considerati letture di serie B. Ultimamente invece hanno un grande successo Hai un’idea del perché?
Mi sembra che la situazione in Germania sia simile all’Italia. Si pubblicano molti thriller che si piazzano ai primi posti delle classifiche. Sono libri che coniugano complessità e qualità. Il thriller spesso viene percepito come più realistico, non so perché… nel caso mio personale cerco di essere realistica creando storie che però nascono dalla fantasia e creando un piccolo mondo chiuso su se stesso. Ho la sensazione che il thriller riesca veramente a esprimere un certo realismo e a produrre dei buoni libri.
Grazie a Melanie Raabe per la simpatia e la disponibilità e grazie anche alla sua traduttrice, Francesca Ilardi,