Intervista a Matteo Strukul

copertina_1482Matteo Strukul classe 1973, laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova. Poi dottore di Ricerca in Diritto Europeo all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Scoperto da Massimo Carlotto e Colomba Rossi, ha fondato il Sugarpulp” Nordest”. Collabora con Il Venerdì di Repubblica e altre riviste e quotidiani.
La bella rossa dagli occhi verdi Mila Zago è la sua protagonista:
Protagonista da farsi amica e quindi … vado di fioretto anche con il suo papà.

La tua biografia dice che ti dividi tra Padova e Berlino con tua moglie. Cosa ti regala questo avanti e indietro?
Cara Patrizia, dunque vediamo anzitutto mi regala una città che funziona con tempi certi, treni e metropolitana in orario e regole precise ma soprattutto cambiamento, mutamento, evoluzione continua. Un mio caro amico berlinese, regista americano e romanziere noir – Buddy Giovinazzo – dice sempre che Berlino è come New York senza lo stress e direi che è una definizione perfetta. Quindi, da un lato, Berlino mi regala la serenità e la concentrazione necessaria per scrivere i miei romanzi, dall’altro la sua costante evoluzione, che spesso è vero futuro e geniale ritorno al passato, mi porta ad avere stimoli continui. Mi spiego: in Italia i cinema d’essai sono praticamente morti. A Berlino, nel mio quartiere che è Friedrichshain (ex quartiere squatter punk divenuto oggi uno dei Bezirk cool e beatnick di Berlino) puoi andare al cinema, goderti al lounge bar interno un whisky o una Coca con ghiaccio, o un cocktail fatto a regola d’arte, sederti su veri divani da salotto nelle sale in puro old fashioned style, regalarti un matinée e avere ogni giorno un Menù di 20 film diversi – la maggior parte non arriveranno mai in Italia – che ti puoi guardare a prezzi ridicoli. In questo modo, proiettando un film ogni venti minuti in almeno una delle tre piccole sale di un piccolo cinema del quartiere riesci a fare quei 15 spettatori a spettacolo che ti consentono di non chiudere perché alla fine della giornata avrai 300 paganti al giorno con consumazioni. Se a questo aggiungo che, nello stesso cinema, puoi noleggiare dvd di film e serie tv con una scelta pressoché infinita fra novità e cinema d’autore da tutto il mondo direi che il gioco è fatto. Già solo per questo ho infinite suggestioni e riferimenti per scrivere altri cinque romanzi di Mila oppure se scrivo – come sto facendo – un romanzo sui cavalieri Teutonici, ho la possibilità di rivedermi comodamente l’Alexandr Nevskij di Sergej Ejzenstejn. E questo è il cinema, meglio che non parli delle librerie, ce n’è una ogni cinquanta metri, o dei club per fare musica o dei teatri, o delle gallerie d’arte perché il confronto con una qualsiasi città italiana sarebbe impietoso. Berlino è la città della libertà e della cultura, l’Italia no. Tutto qua. Certo c’è, anche da noi, grande fame di cultura, almeno da parte di alcune persone, ma purtroppo la politica italiana a tutti i livelli non capisce che è proprio quest’ultima a rappresentare il vero motore del Paese, è la condicio sine qua non per ripartire da un punto di vista economico. Nella mia vita ho conosciuto finora una sola eccezione: Piove di Sacco, una magnifica città in provincia di Padova che ha supportato economicamente con forza Sugarpulp per realizzare “Chronicae, Festival Internazionale del Romanzo Storico” ad aprile di quest’anno. Una manifestazione che ha fatto migliaia di spettatori, con quattro serate sold out in un teatro dell’Ottocento, con autori come Jason Goodwin, Valerio Massimo Manfredi, Wu Ming fra gli altri. Un festival che è già un punto di riferimento per gli aficionados del romanzo storico e che è divenuto tale alla prima edizione grazie a sindaco e assessore alla cultura e grazie anche al supporto della Regione del Veneto e del Mibact. Esiste un unico altro Festival di questo genere in Europa: quello di Edimburgo con cui ho intenzione di creare un gemellaggio/alleanza. Ecco Berlino mi regala questo tipo di grinta, speranza, stimolo: credere nella cultura e nel poter cambiare questo Paese una manifestazione dopo l’altra, una presentazione di libri dopo l’altra, un romanzo dopo l’altro. Sono un pazzo lo so.

So già di Lara Croft, Catwomen, Nikita, ecc. ecc. universo fiction fumetti ma sono state così importanti, oppure c’è stato un quid in più scatenante per costruire Mila? Come, quando e da dove nasce?
Mila nasce ormai sei anni fa nel 2009 dal bisogno, direi dall’urgenza, di avere un personaggio del genere nella narrativa italiana. Come lettore non lo avevo mai trovato. Mila è un personaggio che non rassicura, che scardina ruoli e geometrie del romanzo, un po’ come ha fatto Lisbeth Salander, non a caso il quotidiano “La Stampa” le ha paragonate e messe a confronto proprio per questa loro cifra rivoluzionaria e di coraggio. Ho trovato il paragone molto azzeccato. Al punto che poi non solo gli editori in giro per il mondo se ne stanno accorgendo – Mila è uscita in tutti i Paesi di lingua inglese ma a breve dovrei poter annunciare anche un altro importantissimo mercato – ma anche cinema e tv: incrociamo le dita. Credo sia questo il motivo profondo: Mila non è una donna che può essere controllata, dominata, Mila non è una vittima e non è una dark lady e non è un’investigatrice… Mila è liberazione, catarsi, coraggio… come direbbe Quentin Tarantino: “è una donna e una donna, oggi, può essere e fare quello che vuole”.

Mila cambia, cresce? E soprattutto cambia la sua squadra. Cosa succederà in futuro alla BHEG?
New entry? Nuovo assetto?
Eh eh, bella domanda. Dunque, quella di Mila non è una serie ma una saga. Ogni romanzo è diverso dal precedente ed è il nuovo tassello di un ciclo. Mila cambia, come giustamente sottolinei. La BHEG esce praticamente azzerata da “Cucciolo d’Uomo”, lettori scoprite come eh eh, ma non è detto che non torni magari attraverso nuovi protagonisti oppure grazie a qualcuno che è sopravvissuto. Ho già in mente una quarta storia che dal mio punto di vista dovrebbe un po’ ricordare “Caccia Selvaggia”, il magnifico film di Peter Hunt con Charles Bronson e Lee Marvin, insomma vorrei qualcosa che la portasse a misurarsi in un duello mortale con un nemico formidabile e con se stessa, una sorta di partita a scacchi in puro action style. Vedremo.

Da scrittrice, soprattutto storica, ho sempre apprezzato le soluzioni drastiche vecchia maniera e cioè un bel po’ di morti ammazzati. Duelli e combattimenti ancora e ancora! Mi piacciono le fantascientifiche forniture da combattimento alla Bond. Hai molte sorprese in programma per il futuro?
Sto studiando come un pazzo perché il “gioco” è esattamente quello: Bond, Splinter Cell, Mission Impossible, insomma Fleming e Clancy sopra tutti ma anche Sergio Altieri, anche se poi il fumetto, penso a Batman e Punisher, mi dà almeno due riferimenti assoluti quanto a super-gadget e armi avveniristiche. Frullando tutto questo con i miei personali deliri dovrei riuscire a proporre qualche nuova chicca un po’ come faccio anche in “Cucciolo d’Uomo”. Kate Rasmussen è un personaggio che amo molto e poi come dice Mila: “Quella dell’equipaggiamento è la parte che preferisco”. Per quanto riguarda duelli, sparatorie e sequenze action il riferimento assoluto è Victor Gischler: non ho mai conosciuto un autore più forte di lui nel coreografare le scene e nell’utilizzare la penna come una telecamera. Il suo è puro talento visivo, affinato dalla sceneggiatura per i comics americani. Personalmente cerco di studiarlo in maniera maniacale, insieme ad altri autori è chiaro, e a coltivare l’analisi delle sequenze di “Resident Evil”, “Ultraviolet”, “Underworld”, magari mescolate alla sceneggiatura per fumetto, ho un paio di progetti in cantiere per il prossimo futuro su cui sto lavorando come un pazzo.

In questo tuo terzo libro Mila si concede al sentimento con il bambino tanto per incominciare e con il vecchio amico. Dobbiamo prepararci a una nuova Mila, diversa, meno robotica più sfaccettata per la prossima avventura?
Assolutamente sì. Anche se poi immagino una nuova avventura molto dura per lei, molto legata alla natura e al confronto con essa. Però Mila è ognuno di noi, almeno un po’, e cambia non c’è niente da fare e poi aveva un disperato bisogno d’affetto e ne ha tuttora, senza contare che al momento non si è ancora confrontata con l’amore vero o con il sesso, giusto per dire. Rispetto a “La ballata”, Mila è cambiata molto, è sempre diversa pur essendo sempre lei: brillante, sfrontata, sopra le righe, ironica ma anche profonda, malinconica, coraggiosa, irriducibile, libera, pronta a concedersi schegge di maternità e femminilità, quindi perché no? Certo, sarà sempre più complessa come personaggio.

Sono affascinata dal sugarpulp in salsa padovana. Con il condensarsi sempre più o almeno si dice di mafie multinazionali in Italia, quali potranno essere secondo te i prossimi campi d’azione e cattive sorprese in arrivo? Quali e quante altre infamie planetarie intendi mettere in cottura?
Ah be’ da questo punto di vista pubblicando per la collezione Sabot/Age delle Edizioni E/O sotto l’egida di Colomba Rossi e Massimo Carlotto come puoi ben intuire le possibilità sono pressoché infinite. Tanto più che il Nordest è per certi aspetti un crocevia pazzesco. Scie chimiche? Ecomafia? Disastri ambientali? Pirati 2.0? C’è solo l’imbarazzo della scelta!

Ho visto che hai scritto un ottocentesco giallo storico, con Padova per scenario.
Hai previsto altri gialli storici?
Dunque, al momento a novembre uscirò per Multiplayer.it Edizioni con un romanzo storico e d’avventura, spruzzato di fantasy ambientato nell’Europa del 1240 durante le Crociate del Nord quindi con Cavalieri Teutonici, Cumani, Magiari, Russi e Variaghi. Ne sono entusiasta. Adoro il Medio-Evo, quelle atmosfere cupe e oniriche, alimentate dalla superstizione e dall’ignoto che aprono la porta alla magia senza che vera magia ve ne sia affatto. Piuttosto mi piace esplorare il fanatismo, il tradimento, la mistificazione, l’animismo che caratterizza le religioni sciamaniche, il potere iconografico della croce, le lotte per il dominio, la conquista e la conversione, e in tutto questo piantarci al centro la storia di formazione di un giovane cavaliere che conosce il sangue, il coraggio, l’onore, la dignità, l’amore. Al suo fianco una teoria di personaggi, spero efficaci e magnifici, che avranno ruoli-chiave per raccontare l’affresco di un’epoca poco esplorata, specie nelle fredde lande del nord. Si tratta di una scommessa, con una nuova concezione stessa di libro, che sarà pieno di illustrazioni d’autore e per la cui cover l’editore ha già scatenato un contest pazzesco fra character designer professionisti. Ho sempre pensato che sia fondamentale creare personaggi memorabili, capaci di piantarsi nella corteccia cerebrale del lettore. Sandokan, il Corsaro Nero, D’Artagnan, Milady de Winter, Tarzan, Allan Quartermain, Dracula, Zorro, Conan il Barbaro: tutti loro hanno scavalcato le barriere del tempo. Credo nell’iconografia e nella visualizzazione del personaggio che il romanziere crea e Multiplayer.it Edizioni ha questo tipo di intuizione, è un editore pazzesco, che vive nel futuro e che in faccia alla crisi del mercato ha fatto +14% di fatturato l’anno scorso. Per me lavorare con loro è semplicemente affascinante. Anche perché sono l’unico italiano che hanno deciso di pubblicare dopo Tullio Avoledo, per me un maestro assoluto, perciò… evviva! Dopo di che, nel 2016, dovrebbe arrivare un noir storico ma un noir non un giallo e nulla a che vedere con Alexander Weisz. Amo cambiare, anche se “La giostra dei fiori spezzati”, a oltre un anno dalla pubblicazione, sta ancora andando fortissimo, sta entrando in terza edizione, quindi…

Sbaglio o la prima squadra che i Montreal Canadiens affronteranno a settembre sono i Boston Bruins?
Ah ah non ho guardato il calendario della Regular Season 2015/2016 ma i Bruins sono una brutta bestia! Comunque al momento i Canadiens sono ancora in corsa per la Stanley Cup. Hanno sbaragliato 4-2 Ottawa e in semifinale di Conference devono vedersela con la vincente fra Detroit Red Wings e Tampa Bay Lightnings. Comunque vada, si tratta di una squadra ostica ma speriamo che la stanchezza aiuti i Canadiens visto che Detroit e Tampa sono arrivati fino alla bella, al momento stanno 3-3. Sono però gasatissimo perché quest’anno il “mio” Asiago Hockey 1935 ha portato a casa il quarto scudetto in sei anni schiantando in finale Renon. Pura libidine.

L’ultima risposta non era obbligatoria. L’ho fatta solo per spiegarti che anch’io amo l’hockey.
Ah ah, grazie davvero per la magnifica intervista! Un grande abbraccio a te, a Milano nera, e a tutti i lettori.

Patrizia Debicke

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