Ci sono romanzi che appassionano per il loro stile narrativo prettamente cinematografico, e per il tanto ritmo che trasudano le pagine. E non importa quale sia il genere: quando i temi trattati sono delicati, quanto quelli del bullismo e della pedofilia, si avverte in essi un’eco profonda, ricca di contenuti.
È il caso di In nome della verità dell’apprezzata autrice scandinava di polizieschi Viveca Sten, sesto volume della serie I Misteri di Sandhamn pubblicata da Marsilio, nonché ottavo mistero avente per protagonisti Thomas Andreasson e Nora Linde, che agiscono nell’arcipelago di Stoccolma.
Attorno all’isola di Sandhamn, che l’autrice conosce perfettamente in quanto lì ha una casa da generazioni, è tratta anche una serie televisiva di successo.
La storia interseca due scenari, due diversi casi che andranno a convergere. Da una parte, Thomas è chiamato a indagare sulla sparizione di un ragazzino di undici anni dal campo estivo di vela di Lökholmen, una piccola isola che si trova proprio di fronte a Sandhamn. Dall’altra vi è la vicenda processuale seguita da Nora, che coinvolge un importante uomo d’affari, con conseguente scandalo per un ingente capitale sottratto. Perché Thomas e Nora sono amici e normalmente si frequentano, però il primo è nella polizia di Nacka, mentre la seconda è procuratore. E a tal proposito, si avverte il passato in ambito giuridico dell’autrice, il tribunale infatti è uno scenario che lei domina con assoluta credibilità.
Qualcosa di inquietante deve essere accaduto al piccolo Benjamin, già vittima al campo di episodi umilianti prima della sparizione. Egli infatti era stato preso di mira da alcuni ragazzi più grandi, complice la grande affluenza e la responsabilità lasciata in mano a capi evidentemente troppo giovani, per farsi un quadro veritiero della situazione. O forse qualcuno, non visto, ha spiato le mosse del dormitorio, al calar della notte. Qualcuno con intenzioni malvagie, come ombra intravista tra gli alberi, da alcune ragazzine. Per cui, quando Benjamin sparisce, sono diversi gli scenari che vengono tracciati ad appannaggio del lettore.
Mentre l’indagine si fa sempre più frenetica ed incalzante, non passa in secondo piano il fatto che il bambino rapito sia proprio il figlio di quel testimone chiave sul banco degli imputati nel processo di Nora. Una semplice coincidenza? I due protagonisti dovranno quindi fare fronte comune, per salvare più di una vita coinvolta nella vicenda. Anche la dipendenza dal gioco e la criminalità finanziaria entrano in campo, in un romanzo che non si fa mancare niente, in fatto di temi ostici.
Come nella vita reale, vi saranno adulti inadeguati, perché incapaci di dosare il loro amore nei confronti dei figli. E i bambini pagheranno il prezzo più alto, in una battaglia che è sempre stata altro da loro.
Che si conoscano gli altri volumi della serie oppure no, ogni episodio è autoconclusivo e i rimandi sono ampiamente ripresi. Ci si innamora di Thomas e di Nora perché sono personaggi messi in luce dalle loro fragilità, da quegli errori che tutti noi commettiamo per paura di non essere all’altezza o come reazione a un profondo senso di colpa. Essi sperano soltanto in un mondo migliore per i figli e si prodigano strenuamente affinché, questa pazza società, diventi un posto un poco più sicuro.
In nome della verità – Viveca Sten
Cristina Biolcati