Il vestito nuovo del procuratore – Giorgio Vitari



Giorgio Vitari
Il vestito nuovo del procuratore
Neos Edizioni
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Capita che una mattina il sostituto procuratore della Repubblica di Torino, Francesco Ròtari, immerso fino alle scarpe in una complicata indagine su una storia di tangenti, decida di distrarsi un po’ andando nel negozio di abbigliamento maschile più esclusivo della città a comperare un vestito nuovo. Parlare di stoffe e di eleganza per qualche minuto sarebbe per lui la boccata di ossigeno necessaria per liberare la mente e i polmoni dai veleni di un’indagine che si sta ampliando macchia d’olio estendendosi a politici corrotti e ad amministratori cittadini collusi con la criminalità organizzata.
Purtroppo quella visita alla Scotch House anziché rendere più leggera la giornata del procuratore finirà per trasformarla in un incubo.
Appena il dottor Ròtari mette piede nel negozio si accorge che qualcosa non va. L’atmosfera è cupa e il signor Drovetti, il titolare, non lo accoglie con il consueto calore. Il motivo viene subito spiegato: la giovane commessa Paola quello stesso mattino era stata rinvenuta cadavere nella vasca da bagno. Causa apparente del decesso : elettrocuzione. Il phon le era caduto nell’acqua. Un incidente fatale? il signor Drovetti, molto turbato, non è convinto e rivela al dottor Ròtarii che la commessa, proprio la sera precedente, aveva raccolto da terra un foglio caduto dalla tasca di un cliente sul quale aveva letto un messaggio molto inquietante. Anzi, minaccioso.
Giorgio Vitari, torinese, magistrato dal 1977, nel 1983 si trovò a indagare sul caso Zampini, una brutta storia di tangenti e appalti che precorse Tangentopoli. Il vestito nuovo del procuratore, largamente ispitato a quell’indagine, mescola sapientemente fantasia e realtà giudiziaria in un crescendo di tensione fondata su un solido impianto procedurale.
Arresti, mazzette, politici corrotti e faccendieri corruttori: niente di nuovo sotto il nostro cielo, ma la storia narrata nel libro sa di morte perché dalle intercettazioni sulle linee dei sospettati di malaffare emerge un collegamento con la strana morte della commessa. E allora ecco che l’inchiesta, a cui si sta applicando il giovane sostituto procuratore, si sdoppia. Francesco Ròtari dovrà vedersela con due indagini che a tratti di intersecano e si sovrappongono fino a diventare una sola. Mentre sopra ogni atto d’indagine si fa sempre più forte e penetrante l’odore della ‘ndrangheta che già, in quel lontano 1983, si stava infiltrando nell’imprenditoria e nelle istituzioni.
Un po’ noir e un po’ caso giudiziario, questo romanzo, scritto con lo stile scarno ma efficace dei verbali, depurato però dalla terminologia di questura, è non solo molto gradevole e coinvolgente, ma anche utile a chi desidera apprendere le tecniche d’indagine.

Adele Marini

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