Il sonnambulo – Lars Kepler



Lars Kepler
Il sonnambulo
Longanesi
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Joona Linna, professione detective, non sbaglia un colpo. E, anche quando sembra non trovare il bandolo della matassa, il suo vecchio amico ipnotista lo avvicina alla chiave per la risoluzione di un enigma apparentemente impossibile.

Con “Il sonnambulo” (Longanesi), l’ennesima puntata della serie con protagonista il detective svedese di origine finlandese, Lars Kepler non delude il lettore nemmeno per una pagina: anzi, se possibile rilancia ulteriormente e alza al posta in palio creando una storia dove il detective è protagonista quasi invisibile, mantenendo quell’aura di non definizione del personaggio che probabilmente ne rappresenta il vero valore aggiunto. Nelle pagine de “Il sonnambulo” è il lettore il vero detective e Joona Linna lo prende per mano per portarlo all’imprevedibile soluzione finale con un colpo di magia che lascia assolutamente senza parole.

La vicenda, ambientata sostanzialmente in una Stoccolma che rimane testimone discreta e per niente invadente della storia, si basa su due binari ben distinti che di fatto partono e arrivano alla stessa stazione: da una parte un ragazzo, Hugo, affetto da sonnambulismo che si trova inconsciamente testimone di un omicidio, dall’altra un serial killer che ammazza uomini e donne apparentemente senza un legame tra loro.

Alla fine le vittime del serial killer saranno complessivamente undici: una vera e propria autostrada di sangue costellata da immagini decisamente horror: il killer non spara, non accoltella, il killer smembra le proprie vittime a colpi di accetta distruggendole colpo dopo colpo. Non gli basta ucciderle, deve risucire ad ucciderle facendogli provare atroci sofferenze.

Dopo aver rinvenuto il primo cadavere in una roulotte, per Joona Linna inizia un lungo percorso: non trovando in nessun modo il bandolo della matassa, decide di rivolgersi al suo amico Erik Maria Bark, l’ipnotista, in grado di scavare nei ricordi di Hugo (sempre sotto la non neutrale sorveglianza del padre Bernard, scrittore, e della matrigna Agneta, giornalista) portandolo attraverso l’ipnosi a fornire importanti informazioni riguardo l’autore degli omicidi. Nel frattempo le indagini, vittima dopo vittima, portano a scoprire che ogni bersaglio del killer nel corso della sua vita aveva provocato una qualche sofferenza ad un bambino. Una debolissima traccia, un legame, che si intreccia pagina dopo pagina con i ricordi che emergono dalle sedute ipnotiche che svelano di volta in volta qualche dettaglio in più sul primo omicidio. Joona Linna per ben due volte nel corso della sua terribile rincorsa al killer si convince di aver trovato la soluzione, salvo poi scoprire di dover ripartire da zero perché il killer non solo è prudente, ma è anche terribilmente intelligente. Una partita a scacchi in cui il vincitore rimane sconosciuto fino all’ultima mossa quando in una Svezia sferzata da una terribile tormenta di vento e neve Joona Linna riuscirà a scoprire il colpevole, impedirgli di compiere il peggiore degli omicidi e risolvere l’ennesimo caso della sua impareggiabile carriera. Una soluzione che solo la sua tenacia e la caparbietà dell’ipnotista hanno potuto rendere possibile pur pagando un caro prezzo in termini di vite umane.

Lars Kepler, che non è un’autore ma sono due autori (Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho) uniti in libreria da una pseudonimo e nella vita da un matrimonio, tratteggiano una serie di figure che non possono lasciare indifferenti. Ne “Il sonnambulo” non ci sono comparse: ogni personaggio ha un suo ruolo assolutamente centrale per l’architettura della storia e ognuno, in qualche modo, è indispensabile per poter sostenere un impianto che rivela ancora una volta come Lars Kepler sia senza dubbio uno dei migliori autori scandinavi in circolazione. ​​

Daniele Bonetti

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