Il ranch della giumenta perduta



georges simenon
Il ranch della giumenta perduta
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John Evans, per gli amici Curly John, si alza come ogni mattina allora di sempre. Ma oggi, 7 ottobre 1947, un giorno speciale. Lui, proprietario del ranch della Giumenta Perduta, che abita con la sorella Mathilda, compie 68 anni. Un uomo anziano, certo. Sostenuto e corroso da mille ricordi, indubbiamente. Ma quelluomo, che quando cavalca per lArizona si sente un ragazzo di ventanni, sente che, pi di ogni altra circostanza, la memoria gli batte soprattutto dove il dente gli duole di pi. In tutti questi anni non mai riuscito a non provare i morsi del dolore passando per un particolare punto della pista che porta a Tucson. L dove, 38 anni prima, uccise un killer messicano che qualcuno aveva pagato per farlo fuori. E quel qualcuno nella mente di Curly John ancor oggi non ha altro nome che Andy Spencer, il compare amico con cui arriv in Arizona dal Connecticut in cerca di fortuna. Anzi, aveva nome Andy Spencer, perch da quel giorno lex socio si chiama lInnominabile. O laltro. Ora semplicemente arrivato il d-day.

Scritto da Georges Simenon nel 1947 durante un breve soggiorno proprio in Arziona, Il ranch della Giumenta Perduta contiene i semi del West di John Ford. Gli stessi che poi fioriranno nei film di Sergio Leone. Il catalogo non devia dalla tradizione: lamicizia virile, il senso dellonore personale, i conti aperti col passato, la pazienta voglia di vendetta, gli infiniti spazi che alimentano lumana solitudine. Curly John un uomo tutto dun pezzo. Un John Wayne? Daccordo, ma a patto che sia quello di Un uomo tranquillo (e andate a vedere chi ne fu il regista). O il Clint Eastwood degli Spietati o di Gran Torino. Perch nel suo sviluppo il romanzo impone un deciso cambio di direzione rispetto al prevedibile epilogo. Entra in gioco la rivelazione di una debolezza di base. E le carte in tavole cambiano tutte. Senza che si possa urlare al baro.

corrado ori tanzi

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